Il trapianto allogenico di cellule ematopoietiche migliora l’esito della sindrome mielodisplastica nei sottogruppi genetici ad alto rischio: analisi genetica del Blood and Marrow Transplant Clinical Trials Network 1102 Study
Il trapianto allogenico di cellule ematopoietiche ( HCT ) nei pazienti con sindrome mielodisplastica ( MDS ) migliora la sopravvivenza globale ( OS ).
È stato valutato l'impatto della genetica della sindrome mielodisplastica sul beneficio del trapianto di cellule ematopoietiche in uno studio di assegnazione biologica ( donatore versus nessun donatore ).
È stato eseguito il sequenziamento mirato in 309 pazienti di età compresa tra 50 e 75 anni con sindrome mielodisplastica a rischio intermedio-2 o ad alto rischio secondo IPSS ( International Prognostic Scoring System ), arruolati nello studio Blood and Marrow Transplant Clinical Trials Network 1102, ed è stata valutata l'associazione delle mutazioni genetiche con la sopravvivenza globale.
I pazienti con mutazioni TP53 sono stati classificati come TP53 multihit se due alleli erano alterati ( tramite mutazione puntiforme, delezione o perdita di eterozigosi senza variazione del numero di copie ).
La distribuzione delle mutazioni genetiche è stata simile nei bracci dei donatori e in quelli senza donatori, con TP53 ( 28% vs 29%; P=0.89 ), ASXL1 ( 23% vs 29%; P=0.37 ) e SRSF2 ( 16% vs 16%; P=0.99 ) che sono state le più comuni.
La sopravvivenza globale nei pazienti con mutazione TP53 è stata peggiore rispetto ai pazienti senza mutazione TP53 ( 21% vs 52% a 3 anni; P minore di 0.001 ).
Tra i soggetti con una mutazione TP53, la sopravvivenza globale è stata simile tra TP53 singolo e TP53 multihit ( 22% vs 20% a 3 anni; P=0.31 ).
Considerando il trapianto allogenico di cellule ematopoietiche come una covariata tempo-dipendente, i pazienti con una mutazione TP53 sottoposti a trapianto allogenico di cellule ematopoietiche hanno presentato un miglioramento della sopravvivenza globale rispetto al trattamento non-trapianto di cellule ematopoietiche ( OS a 3 anni: 23% vs 11%; P=0.04 ), associato a un hazard ratio ( HR ) di 3.89; P minore di 0.001 dopo aggiustamento per le covariate.
La sopravvivenza globale tra i pazienti con rischio molto elevato IPSS molecolare ( IPSS-M ) senza mutazione TP53 è risultata significativamente migliore con la disponibilità di un donatore ( 68% vs 0% a 3 anni; P=0.001 ).
Il trapianto allogenico di cellule ematopoietiche ha migliorato la sopravvivenza globale rispetto al trattamento non-HCT nei pazienti con mutazioni di TP53, indipendentemente dallo stato allelico di TP53.
I pazienti con rischio molto elevato IPSS-M senza mutazione TP53 hanno avuto esiti favorevoli quando era disponibile un donatore. ( Xagena2023 )
Versluis J et al, J Clin Oncol 2023; 41: 4497-4510
Emo2023 Onco2023
Indietro
Altri articoli
Brentuximab Vedotin più regime AVD per il trattamento di prima linea del linfoma di Hodgkin sfavorevole in stadio iniziale: studio BREACH
La prognosi dei pazienti con linfoma di Hodgkin sfavorevole allo stadio iniziale rimane insoddisfacente. Sono state valutate l'efficacia e la...
Adagrasib nei tumori solidi avanzati che ospitano una mutazione KRAS G12C
Adagrasib ( Krazati ), un inibitore KRAS G12C, ha dimostrato attività clinica nei pazienti affetti da tumore del polmone non-a-piccole...
Contributo dell'inibizione di MEK al trattamento combinato di inibitori BRAF/MEK del melanoma con mutazione BRAF: studio COLUMBUS
Nella parte 1 dello studio COLUMBUS, i pazienti con melanoma avanzato con mutazione BRAF V600 sono stati assegnati in modo...
Zibotentan in combinazione con Dapagliflozin rispetto a Dapagliflozin nei pazienti con malattia renale cronica: studio ZENITH-CKD
Nei pazienti con malattia renale cronica, gli inibitori SGLT2 ( co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 ) e gli antagonisti dei...
Brentuximab vedotin più Nivolumab dopo trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche per i pazienti adulti con linfoma di Hodgkin classico ad alto rischio
Dopo il trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche ( HSCT ), il consolidamento con Brentuximab vedotin ( Adcetris ) nei...
Bempegaldesleukin più Nivolumab nel melanoma avanzato non-trattato: studio PIVOT IO 001
Nonostante i notevoli progressi nel trattamento del melanoma non-resecabile o metastatico, permane la necessità di nuove terapie. Bempegaldesleukin ( BEMPEG...
Pembrolizumab più chemioterapia rispetto a placebo più chemioterapia per il tumore gastrico avanzato HER2-negativo: studio KEYNOTE-859
Gli inibitori di PD-1 combinati con la chemioterapia hanno mostrato efficacia nel tumore gastrico o della giunzione gastro-esofagea. Sono state confrontate...
Sicurezza ed efficacia di Mirikizumab rispetto a Secukinumab e placebo nel trattamento della psoriasi a placche da moderata a grave: studio OASIS-2
Risankizumab e Guselkumab, inibitori della subunità p19 dell'interleuchina IL-23, sono approvati per il trattamento di pazienti adulti con psoriasi a...
Pembrolizumab più Trastuzumab e chemioterapia per adenocarcinoma della giunzione gastro-esofagea o gastrico HER2-positivo: studio KEYNOTE-811
Le evidenze dell’efficacia del blocco combinato di PD-1 e HER2 con la chemioterapia sulla sopravvivenza libera da progressione ( PFS...
Modelli di sonno e rischio di ictus acuto: studio INTERSTROKE
I sintomi dei disturbi del sonno sono comuni e possono rappresentare importanti fattori di rischio modificabili di ictus. È stata...