Una nuova tecnica per la raccolta di DNA libero fetale dal sangue materno permetterà lo sviluppo dei test diagnostici prenatali non-invasivi
Ricercatori della società di biotecnologie Ravgen in collaborazione con il Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia dello York Hospital hanno messo a punto un test diagnostico prenatale non-invasivo che impiega DNA libero fetale.
Gli attuali test prenatali sono attendibili, ma presentano il limite di essere invasivi e di causare, seppur in limitati casi, aborto spontaneo.
E’ noto da tempo che il DNA libero fetale, ottenuto dal campione di sangue prelevato alla madre, potrebbe essere impiegato per lo screening delle anomalie genetiche, ma questa procedura non è attuabile a causa delle ridottissime quantità di DNA fetale recuperato.
Sul Journal of the American Medical Association è stato pubblicato uno studio in cui si descrive la metodica che permette di estrarre più DNA fetale dal plasma della madre.
I Ricercatori della Ravgen hanno trattato i campioni di sangue con la formaldeide che riduce la lisi cellulare degli eritrociti.
In questo modo è stato possibile raccogliere una quantità maggiore di DNA rispetto alla metodica convenzionale.
Questa nuova procedura permetterà lo sviluppo di test prenatali, utili non solo a diagnosticare alterazioni quali la spina bifida, o la sindrome di Down, ma anche potrebbe permettere di monitorare le complicanze della gravidanza come la preeclampsia. ( Xagena2004 )
Fonte: 1) Ravgen; 2) JAMA , 2004
Gyne2004
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