Tumore trofoblastico dell’area placentare: i 48 mesi dalla gravidanza precedente rappresentano un indicatore prognostico di sopravvivenza


I tumori trofoblastici dell’area placentare rappresentano una forma rara di malattia gestazionale trofoblastica; di conseguenza le informazioni circa la migliore gestione della patologia o i fattori prognostici sono limitate.

I Ricercatori dell’Imperial College di Londra ( Gran Bretagna ) hanno condotto uno studio per valutare gli esiti a lungo termine di una gestione, adattata allo stadio della malattia, ottenuta mediante chirurgia, chemioterapia, o entrambi gli approcci, in pazienti con questa patologia.

Nel periodo compreso tra il 1976 e il 2006, nel Regno Unito, sono state registrate 35.550 donne con malattia trofoblastica gestazionale, 62 delle quali hanno avuto diagnosi di tumore trofoblastico della placenta, e sono state incluse nello studio.

Le pazienti sono state trattate con chirurgia, chemioterapia, o entrambe.

Sono state stimate le probabilità di sopravvivenza generale e di sopravvivenza senza recidiva a 5 e 10 anni dalla data del primo trattamento ed è stata calcolata l’associazione di questi endpoint con fattori prognostici, incluso il tempo trascorso dalla precedente gravidanza, la concentrazione sierica di gonadotropina corionica umana subunità beta ( beta-hCG ) e lo stadio della malattia, sia con analisi uni variate sia multivariate.

Le probabilità di sopravvivenza generale e di sopravvivenza libera da malattia a 5 e 10 anni dal primo trattamento sono state 70% e 73%, rispettivamente.

Le pazienti con stadio I della malattia hanno mostrato una probabilità di sopravvivenza generale a 10 anni del 90%, e non hanno tratto beneficio dalla chemioterapia postoperatoria.

Di contro, le pazienti con stadio II, III e IV di malattia hanno richiesto trattamento di combinazione di chirurgia e chemioterapia; la probabilità di sopravvivenza a 10 anni è stata del 52% per le pazienti con malattia allo stadio II e del 49% per lo stadio III e IV.

Gli esiti per le pazienti con malattia ricorrente o refrattaria si sono rivelati scarsamente positivi: solo il 22% delle pazienti ha raggiunto una sopravvivenza a lungo termine superiore ai 60 mesi.

L’analisi multivariata ha mostrato che l’unico fattore predittivo indipendente di sopravvivenza generale e di sopravvivenza libera da recidiva era il tempo trascorso dalla precedente gravidanza.

Un cut-off di 48 mesi dalla precedente gravidanza potrebbe fare la differenza nella probabilità di sopravvivenza ( inferiore a 48 mesi ) o di decesso ( maggiore o uguale a 48 mesi ) delle pazienti con il 93% di specificità e il 100% di sensibilità e con un valore predittivo positivo del 100% e negativo del 98%.

In conclusione, la gestione della malattia adattata allo stadio mediante chirurgia per lo stadio I e mediante combinazione di chirurgia e chemioterapia per lo stadio II, III e IV, potrebbe migliorare l’efficacia del trattamento per il tumore trofoblastico della placenta.
L’utilizzao del parametro 48 mesi dalla precedente gravidanza come indicatore prognostico di sopravvivenza potrebbe aiutare a selezionare le donne per il trattamento adattato al rischio. ( Xagena2009 )

Schmid P et al, Lancet 2009; 374: 48-55


Onco2009 Gyne2009


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