Aflibercept, un inibitore VEGF, aumenta la sopravvivenza nel tumore del colon
I pazienti che hanno subito un trattamento per cancro colorettale metastatico hanno presentato un miglioramento clinicamente e statisticamente significativo in termini di sopravvivenza quando è stato somministrato anche un inibitore multitarget dell’angiogenesi.
L'aggiunta di Aflibercept ( VEGF Trap, Zaltrap ) alla chemioterapia standard è stata associata a circa 6 settimane di miglioramento della sopravvivenza globale e a 2 mesi di aumento della sopravvivenza libera da progressione rispetto alla sola chemioterapia.
Pazienti con e senza una precedente esposizione a Bevacizumab ( Avastin ) hanno tratto beneficio dal trattamento con Aflibercept.
Aflibercept è una proteina di fusione costituita da domini chiave dei recettori 1 e 2 del fattore di crescita vascolare endoteliale ( VEGF ).
Il farmaco agisce bloccando tutte le isoforme di VEGF-A e VEGF-B, così come il fattore di crescita placentare.
Uno studio multinazionale, randomizzato, ha coinvolto 1.200 pazienti con carcinoma metastatico del colon-retto, che era progredito nonostante il trattamento di prima linea.
Tutti i pazienti avevano ricevuto chemioterapia FOLFIRI e sono stati randomizzati a Aflibercept oppure a placebo. Circa il 30% dei pazienti aveva avuto una precedente esposizione a Bevacizumab.
L'endpoint primario era la sopravvivenza generale.
Dopo un follow-up medio di 22.28 mesi, i pazienti nel braccio Aflibercept hanno presentato una sopravvivenza mediana di 13.5 mesi contro 12.06 mesi nel gruppo placebo, con una riduzione del 18% nell’hazard ratio ( HR ) ( p=0.0032 ).
La sopravvivenza mediana libera da progressione è stata di 6.9 mesi con Aflibercept rispetto a 4.67 mesi con placebo, una riduzione dell’HR del 24% ( p=0.00007 ).
Tra i 1.061 pazienti valutabili per la risposta, il braccio Aflibercept aveva un tasso di risposta obiettiva del 19.8% rispetto all’11.1% nel braccio placebo ( p=0.0001 ).
Sono stati anche presentati i risultati dell’analisi di un sottogruppo prespecificato finalizzato a valutare gli effetti di Aflibercept sulla sopravvivenza globale e sulla sopravvivenza libera da progressione.
L'analisi ha mostrato che i risultati complessivi non sono stati influenzati da performance status al basale, precedente esposizione a Bevacizumab, età, sesso, pressione sanguigna, numero di siti metastatici, coinvolgimento del fegato, o localizzazione del tumore primario.
I pazienti precedentemente trattati con Bevacizumab hanno presentato una sopravvivenza globale mediana di 12.5 mesi nel gruppo Aflibercept e di 11.7 mesi con placebo.
La sopravvivenza mediana tra i pazienti senza una precedente esposizione a Bevacizumab è stata pari a 13.9 mesi con Aflibercept e a 12.4 mesi con il placebo.
Risultati simili sono emersi dall'analisi di sopravvivenza libera da progressione; i pazienti precedentemente trattati con Bevacizumab hanno presentato una sopravvivenza mediana libera da progressione di 6.7 mesi con Aflibercept e 3.9 mesi senza.
Tra quelli senza una precedente esposizione a un inibitore VEGF, la mediana di sopravvivenza libera da progressione è stata di 6.9 mesi nel braccio Aflibercept e di 5.4 mesi nel braccio placebo.
I ricercatori hanno anche confrontato gli eventi avversi associati a terapia anti-VEGF nel braccio Aflibercept dopo una precedente esposizione a Bevacizumab.
Gli eventi più comuni nei pazienti senza precedente esposizione a Bevacizumab rispetto a quelli con un’esposizione in precedenza sono stati: proteinuria ( 62.5% versus 61.5% ), ipertensione ( 42.2% vs 39.6% ), emorragia ( 37.3% vs 39.0% ), disfonia ( 27.8% vs 19.8% ) e cefalea ( 23.1% vs 20.3% ).
Inoltre, il tromboembolismo venoso si è verificato nel 9% dei pazienti senza precedente esposizione a Bevacizumab e nel 10.2% di quelli con una precedente esposizione.
Tassi di aterotrombosi sono stati, rispettivamente, pari a 2.4% e 3.2%. ( Xagena2011 )
Fonte: European Multidisciplinary Cancer Congress, 2011
Farma2011 Onco2011 Gastro2011
Indietro
Altri articoli
I fibromi uterini aumentano il rischio di esiti avversi in gravidanza e in ostetricia
Secondo una meta-analisi, i fibromi uterini aumentano i rischi di esiti avversi in gravidanza ed ostetricia in termini di dimensioni,...
L'esposizione prenatale al Fluoro è collegata a problemi neurocomportamentali
Uno studio prospettico di coorte su 229 coppie madre-bambino a Los Angeles ( Stati Uniti ) ha mostrato che...
I fibromi uterini aumentano i rischi di gravidanza e di esiti ostetrici avversi
Una meta-analisi ha evidenziato che i fibromi uterini aumentano i rischi di gravidanza avversa e gli esiti ostetrici; le dimensioni...
L'endometriosi aumenta il rischio di tumori ovarici ed endometriali
L'endometriosi è risultata significativamente associata a rischi più elevati sia per i tumori ovarici che endometriali, ma non è significativamente...
Dispositivo contraccettivo intrauterino a rilascio di Levonorgestrel può aumentare il rischio di cancro al seno
L'utilizzo di un dispositivo intrauterino a rilascio di Levonorgestrel per prevenire la gravidanza ha aumentato il rischio di cancro alla...
La terapia ormonale può aumentare la perdita di peso nelle donne in postmenopausa che assumono Semaglutide
Le donne in postmenopausa in terapia ormonale hanno presentato una maggiore perdita di peso corporeo totale con Semaglutide fino a...
Contraccettivi ormonali combinati: rischio leggermente aumentato di tromboembolia venosa nelle donne che usano contraccettivi ormonali combinati a base di Clormadinone acetato ed Etinilestradiolo
I titolari dell’autorizzazione all’immissione in commercio dei medicinali contenenti Clomardinone acetato / Etinilestradiolo, in accordo con l’Agenzia Europea per i...
Molnupiravir più cure abituali versus cure abituali da sole come trattamento precoce per adulti con COVID-19 ad aumentato rischio di esiti avversi: studio PANORAMIC
La sicurezza, l'efficacia e il rapporto costo-efficacia di Molnupiravir ( Lagevrio ), un farmaco antivirale orale per SARS-CoV-2, non sono...
Opzelura crema a base di Ruxolitinib, un inibitore JAK1/2, per il trattamento della vitiligine non-segmentale
Opzelura, che contiene il principio attivo Ruxolitinib, è un medicinale usato per il trattamento della vitiligine non-segmentale, una malattia che...
Opzelura a base di Ruxolitinib crema 15 mg/g nel trattamento della vitiligine non-segmentale con coinvolgimento del viso in adulti e adolescenti a partire dai 12 anni di età. Approvazione nell'Unione Europea
La Commissione Europea ha concesso l’autorizzazione all’immissione in commercio per Opzelura a base di Ruxolitinib crema 15 mg/g nel trattamento...