Aumentata incidenza di tromboembolia venosa nei pazienti trattati con epoetine


Visti i risultati di recenti studi sull’aumento del rischio di tromboembolia venosa e di morte nei pazienti trattati con epoetine, un gruppo di oncologi statunitensi ha analizzato i dati pubblicati in letteratura per confermare o meno tale relazione.

E’ stata condotta una revisione sistematica partendo dalle banche dati Medline, Embase, Cochrane Library e recuperando anche studi non pubblicati attraverso le società farmaceutiche produttrici di Darbepoetina alfa ( Aranesp, Nespo ) ed Epoetina alfa ( Eprex ).

Sono stati individuati 51 studi controllati e randomizzati su pazienti con tumore trattati con epoetine che fornivano informazioni sulla comparsa di tromboembolia per un totale di 13.611 pazienti e 38 studi controllati e randomizzati che fornivano informazioni sulla mortalità in 8.712 pazienti.
Il confronto era fatto rispetto a placebo o al trattamento standard. Sono state poi condotte due meta-analisi separate.

L’uso delle epoetine aumentava il rischio relativo di tromboembolia venosa del 57% nei soggetti trattati rispetto ai controlli ( 334 casi su 4.610 pazienti, 7,5%, con epoetine, rispetto a 173 casi su 3.562 pazienti, 4,9%, nei controlli ( rischio relativo 1,57% ).
Anche la mortalità aumentava nei soggetti in terapia ( hazard ratio 1,10 ).

La revisione statunitense ha confermato quanto era emerso nel corso del 2007 rispetto alla sicurezza d’uso delle epoetine.
Il lavoro non si sofferma sulle concentrazioni di emoglobina che sono state raggiunte, che sembrano invece essere discriminanti, tanto che l’ FDA ( Food and Drug Administration ) e l’EMEA ( European Medicines Agency ) consigliano di interrompere il trattamento con epoetine una volta raggiunta la soglia dei 12 g/dl di emoglobina. I rischi infatti aumentano di molto oltre tale livello.
Inoltre le epoetine non sono inerti rispetto alle cellule tumorali: in vitro è stato dimostrato che possono attivare una cascata di segnali che spingono alla proliferazione cellulare. Il consiglio è quindi di usare le epoetine con molta cautela nei malati di tumore anemici ricordando, come fa l’FDA, che l’unico obiettivo della terapia è di ridurre il numero di trasfusioni, non di alleviare il senso di fatica o di dare più energia.( Xagena2008 )

Bennet C, Silver S, et al.Venous thromboembolism and mortality associated with recombinant erythropoietin and darbepoetin administration for the treatment of cancer-associated anemia. JAMA 2008; 299:914-924

Tratto da Reazioni – AIFA, 2008


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