Il declino di RNA HCV durante terapia con Telaprevir aumenta con l'efficacia del farmaco: implicazioni per la durata del trattamento
Il decadimento dell’RNA del virus dell'epatite C ( HCV ) durante la terapia antivirale è caratterizzato da una prima fase rapida, seguita da una seconda fase più lenta.
L'attuale conoscenza della cinetica virale attribuisce l'ampiezza della prima fase di decadimento all’efficacia del trattamento, mentre la seconda fase di decadimento è attribuita alla perdita progressiva di cellule infette.
Sono stati analizzati i dati provenienti da 44 pazienti trattati con Telaprevir ( Incivo ), un potente inibitore della proteasi del virus dell'epatite C.
I ricercatori hanno trovato che la seconda fase di declino virale è fortemente correlata con l'efficacia del trattamento, ed è circa 4 volte più rapida di quanto non sia stato riportato con terapie a base di Interferone.
Poiché Telaprevir non è noto per aumentare il tasso di mortalità delle cellule infette, i risultati hanno suggerito che la seconda fase di declino virale sia guidata non solo dalla morte delle cellule infette, ma può anche coinvolgere altri meccanismi, come una degradazione dell’RNA virale intracellulare dipendente dall’efficacia del trattamento.
Come risultato dell’avanzato decadimento virale causato dall’elevata efficacia antivirale di Telaprevir, si prevede che, se la resistenza al farmaco potesse essere evitata mediante un’opportuna combinazione di agenti antivirali, la durata del trattamento necessario per azzerare il virus HCV potrebbe essere drasticamente ridotta.
Infatti, si prevede che nel 95% dei pazienti compliant ( uso fedele a quanto prescritto ), l'ultima particella del virus dovrebbe essere eliminata alla settimana 7 di terapia.
Nel caso in cui gli epatociti infetti rimanenti agissero come potenziale serbatoio per il rinnovo dell’infezione, non più di 10 settimane di trattamento dovrebbero essere sufficienti per eliminare l'infezione nel 95% dei pazienti compliant.
La durata del trattamento dovrebbe essere estesa qualora i pazienti dovessero perdere alcune dosi. ( Xagena2011 )
Guedj J, Perelson AS, Hepatology 2011; 53: 1801-1808
Inf2011 Gastro2011 Farma2011
Indietro
Altri articoli
I fibromi uterini aumentano il rischio di esiti avversi in gravidanza e in ostetricia
Secondo una meta-analisi, i fibromi uterini aumentano i rischi di esiti avversi in gravidanza ed ostetricia in termini di dimensioni,...
L'esposizione prenatale al Fluoro è collegata a problemi neurocomportamentali
Uno studio prospettico di coorte su 229 coppie madre-bambino a Los Angeles ( Stati Uniti ) ha mostrato che...
I fibromi uterini aumentano i rischi di gravidanza e di esiti ostetrici avversi
Una meta-analisi ha evidenziato che i fibromi uterini aumentano i rischi di gravidanza avversa e gli esiti ostetrici; le dimensioni...
L'endometriosi aumenta il rischio di tumori ovarici ed endometriali
L'endometriosi è risultata significativamente associata a rischi più elevati sia per i tumori ovarici che endometriali, ma non è significativamente...
Dispositivo contraccettivo intrauterino a rilascio di Levonorgestrel può aumentare il rischio di cancro al seno
L'utilizzo di un dispositivo intrauterino a rilascio di Levonorgestrel per prevenire la gravidanza ha aumentato il rischio di cancro alla...
La terapia ormonale può aumentare la perdita di peso nelle donne in postmenopausa che assumono Semaglutide
Le donne in postmenopausa in terapia ormonale hanno presentato una maggiore perdita di peso corporeo totale con Semaglutide fino a...
Contraccettivi ormonali combinati: rischio leggermente aumentato di tromboembolia venosa nelle donne che usano contraccettivi ormonali combinati a base di Clormadinone acetato ed Etinilestradiolo
I titolari dell’autorizzazione all’immissione in commercio dei medicinali contenenti Clomardinone acetato / Etinilestradiolo, in accordo con l’Agenzia Europea per i...
Molnupiravir più cure abituali versus cure abituali da sole come trattamento precoce per adulti con COVID-19 ad aumentato rischio di esiti avversi: studio PANORAMIC
La sicurezza, l'efficacia e il rapporto costo-efficacia di Molnupiravir ( Lagevrio ), un farmaco antivirale orale per SARS-CoV-2, non sono...
Opzelura crema a base di Ruxolitinib, un inibitore JAK1/2, per il trattamento della vitiligine non-segmentale
Opzelura, che contiene il principio attivo Ruxolitinib, è un medicinale usato per il trattamento della vitiligine non-segmentale, una malattia che...
Opzelura a base di Ruxolitinib crema 15 mg/g nel trattamento della vitiligine non-segmentale con coinvolgimento del viso in adulti e adolescenti a partire dai 12 anni di età. Approvazione nell'Unione Europea
La Commissione Europea ha concesso l’autorizzazione all’immissione in commercio per Opzelura a base di Ruxolitinib crema 15 mg/g nel trattamento...