Il ridotto volume espiratorio forzato è associato a un'aumentata incidenza di fibrillazione atriale
Un ridotto volume espiratorio forzato in un secondo ( FEV1 ) e una ridotta capacità vitale forzata ( FVC ) sono stati associati a una maggiore incidenza di malattie cardiovascolari.
Tuttavia, non è ancora ben definito il fatto che una ridotta funzione polmonare rappresenti anche un fattore di rischio per l'incidenza di fibrillazione atriale.
Ricercatori svedesi hanno cercato di stabilire se la funzione polmonare fosse in grado di predire la fibrillazione atriale nel Malmö Preventive Project, un'ampia coorte basata sulla popolazione e con un lungo periodo osservazionale.
La popolazione studiata consisteva di 7.674 donne e 21.070 uomini; età media 44.6 anni. La coorte è stata seguita in media per 24.8 anni, durante i quali 2.669 pazienti sono stati ricoverati in ospedale a causa di fibrillazione atriale.
Il volume espiratorio forzato in un secondo è risultato inversamente correlato alla incidenza di fibrillazione atriale ( hazard ratio, HR=1.39 [ P=0.001 ] per le donne, e HR=1.20 [ p inferiore a 0.0001 ] per gli uomini ).
La capacità vitale forzata era anche inversamente correlata alla incidenza di fibrillazione atriale ( HR=1.20; p=0.020 ) per le donne e ( HR=1.08; P=0.01 ) per gli uomini.
Non sono state osservate differenze tra i non-fumatori e i fumatori, e tra gli individui più giovani rispetto all'età media di 45.8 anni o i soggetti normotesi.
In conclusione, l’alterata funzione polmonare è un predittore indipendente di fibrillazione atriale. ( Xagena2014 )
Johnson LSB et al, Europace 2014;16:182-188
Cardio2014 Pneumo2014
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