La malattia infiammatoria intestinale correlata ad aumentato rischio di infarto miocardico
Uno studio ha dimostrato che i pazienti con malattia infiammatoria intestinale sono a maggior rischio di infarto miocardico.
L'infiammazione cronica è stata riconosciuta come un fattore importante nella patogenesi delle malattie cardiovascolari, ma c'è stato un certo dibattito sullo specifico impatto della malattia infiammatoria intestinale sulla salute cardiaca.
Data la mancanza di consenso su questa importante questione, l'elevato numero di pazienti affetti da malattia infiammatoria intestinale, il potenziale impatto dell'aumentato rischio cardiovascolare in questa popolazione e l'ambiguità dei dati su questo tema, hanno indotto i ricercatori ad approfondire l'associazione tra malattia infiammatoria intestinale e il rischio di infarto miocardico.
E' stato analizzato un ampio database utilizzando cartelle cliniche aggregate di 26 Sistemi sanitari nazionali, ed è stato esaminato il rischio di infarto miocardico nei pazienti con e senza malattia infiammatoria intestinale.
La coorte comprendeva oltre 29 milioni di pazienti, tra cui 131.680 con colite ulcerosa e 158.750 con malattia di Crohn.
La prevalenza di infarto miocardico era più alta tra i pazienti con colite ulcerosa ( 6.7%, odds ratio, OR = 2.09, IC 95%, 2.04-2.13 ) e malattia di Crohn ( 8.8%, OR=2.79, IC 95%, 2.74-2.85 ), rispetto ai pazienti senza malattia infiammatoria intestinale ( 3.3% ).
I pazienti più giovani ( 30-34 anni ) avevano la maggiore probabilità di infarto miocardico tra i pazienti con malattia infiammatoria intestinale ( OR = 12.05, IC 95%, 11.16-13.01 ); la probabilità diminuiva con l'età ( età superiore ai 65 anni: OR = 2.08; IC 95% , 2.04-2.11 ).
Lo stato pro-infiammatorio sottostante è un potente stimolo per la trombogenesi e la disfunzione endoteliale.
L'attivazione della cascata della coagulazione e delle citochine pro-infiammatorie dovute all'infiammazione intestinale attiva può rappresentare un fattore contribuente.
Il rischio di eventi avversi cardiovascolari è maggiore durante le riacutizzazioni o la malattia persistente; il rischio diminuisce durante i periodi di remissione.
Lo studio non è stato in grado di distinguere tra forma attiva o quiescente della malattia infiammatoria intestinale. ( Xagena2018 )
Fonte: Inflammatory Bowel Diseases, 2018
Gastro2018 Cardio2018
Indietro
Altri articoli
I fibromi uterini aumentano il rischio di esiti avversi in gravidanza e in ostetricia
Secondo una meta-analisi, i fibromi uterini aumentano i rischi di esiti avversi in gravidanza ed ostetricia in termini di dimensioni,...
L'esposizione prenatale al Fluoro è collegata a problemi neurocomportamentali
Uno studio prospettico di coorte su 229 coppie madre-bambino a Los Angeles ( Stati Uniti ) ha mostrato che...
I fibromi uterini aumentano i rischi di gravidanza e di esiti ostetrici avversi
Una meta-analisi ha evidenziato che i fibromi uterini aumentano i rischi di gravidanza avversa e gli esiti ostetrici; le dimensioni...
L'endometriosi aumenta il rischio di tumori ovarici ed endometriali
L'endometriosi è risultata significativamente associata a rischi più elevati sia per i tumori ovarici che endometriali, ma non è significativamente...
Dispositivo contraccettivo intrauterino a rilascio di Levonorgestrel può aumentare il rischio di cancro al seno
L'utilizzo di un dispositivo intrauterino a rilascio di Levonorgestrel per prevenire la gravidanza ha aumentato il rischio di cancro alla...
La terapia ormonale può aumentare la perdita di peso nelle donne in postmenopausa che assumono Semaglutide
Le donne in postmenopausa in terapia ormonale hanno presentato una maggiore perdita di peso corporeo totale con Semaglutide fino a...
Contraccettivi ormonali combinati: rischio leggermente aumentato di tromboembolia venosa nelle donne che usano contraccettivi ormonali combinati a base di Clormadinone acetato ed Etinilestradiolo
I titolari dell’autorizzazione all’immissione in commercio dei medicinali contenenti Clomardinone acetato / Etinilestradiolo, in accordo con l’Agenzia Europea per i...
Molnupiravir più cure abituali versus cure abituali da sole come trattamento precoce per adulti con COVID-19 ad aumentato rischio di esiti avversi: studio PANORAMIC
La sicurezza, l'efficacia e il rapporto costo-efficacia di Molnupiravir ( Lagevrio ), un farmaco antivirale orale per SARS-CoV-2, non sono...
Opzelura crema a base di Ruxolitinib, un inibitore JAK1/2, per il trattamento della vitiligine non-segmentale
Opzelura, che contiene il principio attivo Ruxolitinib, è un medicinale usato per il trattamento della vitiligine non-segmentale, una malattia che...
Opzelura a base di Ruxolitinib crema 15 mg/g nel trattamento della vitiligine non-segmentale con coinvolgimento del viso in adulti e adolescenti a partire dai 12 anni di età. Approvazione nell'Unione Europea
La Commissione Europea ha concesso l’autorizzazione all’immissione in commercio per Opzelura a base di Ruxolitinib crema 15 mg/g nel trattamento...