Alcuni pazienti con tumore al polmone non-a-piccole cellule in stadio avanzato, trattati con Nivolumab, presentano sopravvivenza a 5 anni
Il trattamento con l'inibitore del checkpoint immunitario ( anti-PD-1 ), Nivolumab ( Opdivo ), ha prodotto risposte durevoli in alcuni pazienti con tumore del polmone non-a- piccole cellule ( NSCLC ), con una percentuale di sopravvivenza globale a 5 anni del 16%.
Lo studio di fase I è stato presentato all’AACR Annual Meeting.
Secondo la bancadati del National Cancer Institute, SEER, la sopravvivenza a 5 anni per i pazienti con tumore dell’apparato respiratorio ( polmone, bronchi ) in fase avanzata, è del 4.3%, e del 4.9% per coloro che hanno un tumore al polmone non-a-piccole cellule in stadio avanzato.
Questo è il primo report riguardo al tasso di sopravvivenza a lungo termine nei pazienti con tumore NSCLC metastatico, trattati con un inibitore del checkpoint immunitario.
I risultati dello studio hanno mostrato che in un piccolo sottogruppo di pazienti, il trattamento immunoterapico è efficace per un periodo molto lungo.
Il tasso di sopravvivenza a 5 anni osservato in questo studio è risultato essere molto più alto rispetto a quello riscontrato nei pazienti di questa popolazione trattati con lo standard di cura.
Le statistiche mostrano che la maggior parte dei pazienti con carcinoma polmonare avanzato muore entro un anno della diagnosi.
I ricercatori hanno utilizzato i dati della coorte di uno studio di fase Ib CA209-003, che ha coinvolto 129 pazienti con tumore NSCLC avanzato, pesantemente pretrattati, arruolati senza tener conto dello stato di espressione di PD-L1.
I pazienti sono stati suddivisi in tre gruppi, assegnati casualmente ciascuno a uno dei tre seguenti dosaggi di Nivolumab una volta ogni 2 settimane per un massimo di 2 anni: 1 mg/kg, 3 mg/kg o 10 mg/kg.
Una precedente analisi dei dati di questo studio aveva mostrato una promettente attività antitumorale di Nivolumab in questa popolazione di pazienti.
I risultati degli studi clinici successivi hanno portato all'approvazione di Nivolumab come terapia di seconda linea per il tumore NSCLC in stadio avanzato.
I pazienti sono stati seguiti per un minimo di circa 58 mesi. I tassi di sopravvivenza globale a 5 anni per i pazienti con tumore NSCLC squamoso è risultata del 16%, mentre quella dei pazienti con istologia non-squamosa del 15%.
Dei 16 pazienti che sono sopravvissuti per 5 anni o più, 9 erano di sesso maschile, e 12 erano fumatori correnti.
Dodici hanno raggiunto una risposta parziale, due una stabilizzazione della malattia e due sono andati in progressione.
Otto pazienti hanno completato il trattamento di 2 anni senza alcun effetto avverso, e 4 hanno dovuto interrompere il trattamento a causa di reazioni avverse.
I pazienti che sono sopravvissuti per 5 anni non presentavano caratteristiche cliniche o tumorali in grado di predire quali pazienti oncologici potessero sopravvivere a lungo.
Diversi pazienti non avevano un campione tumorale adeguato per determinare lo stato PD-L1.
La presenza e la quantità della proteina PD-L1 è considerata un biomarcatore che può identificare i pazienti che potrebbero reagire agli inibitori del checkpoint immunitario che hanno come bersaglio il pathway PD-1/PD-L1, come Nivolumab.
Tuttavia, lo stato dell’espressione di PD-L1 non è risultato associato alla sopravvivenza a lungo termine in questo piccolo gruppo di pazienti.
Una limitazione dello studio è che questo non era un trial randomizzato, quindi, il tasso di sopravvivenza può essere confrontato solo con i tassi storici. ( Xagena2017 )
Fonte: American Association for Cancer Research ( AACR ) Annual Meeting, 2017
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