Esiti riferiti da pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato trattati con Nivolumab più Ipilimumab versus Sunitinib: studio CheckMate 214


Nello studio di fase 3 CheckMate 214, Nivolumab ( Opdivo ) più Ipilimumab ( Yervoy ) ha migliorato la sopravvivenza globale rispetto a Sunitinib ( Sutent ) nei pazienti con carcinoma a cellule renali in stadio avanzato con rischio basso o intermedio precedentemente non-trattato.
Si è valutato se la qualità di vita correlata alla salute ( HRQoL ) potesse essere utilizzata per descrivere ulteriormente il profilo di rischio-beneficio di Nivolumab più Ipilimumab rispetto a Sunitinib.

Nello studio di fase 3, randomizzato, controllato, CheckMate 214, i pazienti di età pari o superiore a 18 anni con carcinoma a cellule renali precedentemente non-trattato, avanzato o metastatico con una componente a cellule chiare sono stati reclutati da 175 ospedali e Centri oncologici in 28 Paesi.
I pazienti sono stati classificati in base allo stato di rischio in sottogruppi di rischio favorevole, intermedio e alto, e assegnati casualmente a Nivolumab in aperto 3 mg/kg più Ipilimumab 1 mg/kg ogni 3 settimane per 4 dosi seguite da Nivolumab 3 mg/kg ogni 2 settimane oppure Sunitinib 50 mg/die per 4 settimane di ciascun ciclo di 6 settimane.
La randomizzazione è stata stratificata per stato di rischio e regione geografica.

Gli esiti riferiti dal paziente ( PRO ) sono stati valutati utilizzando la scala FKSI-19 ( Functional Assessment of Cancer Therapy Kidney Symptom Index-19 ), FACT-G ( Functional Assessment of Cancer Therapy-General ), e EuroQol a 5 dimensioni a 3 livelli ( EQ-5D-3L ).
Gli endpoint coprimari dello studio, riportati in precedenza, erano la sopravvivenza globale, la sopravvivenza libera da progressione e la percentuale dei pazienti che avevano una risposta obiettiva in quelli classificati a rischio intermedio o basso.

I PRO in tutti i partecipanti randomizzati sono stati valutati come endpoint esplorativo.
E' stato riportato questo endpoint esplorativo.

Tra il 2014 e il 2016, su 1.390 pazienti selezionati, 1.096 ( 79% ) sono stati assegnati in modo casuale al trattamento, di cui 847 ( 77% ) erano a rischio intermedio o basso, e sono stati assegnati in modo casuale a Nivolumab più Ipilimumab ( n=425 ) o Sunitinib ( n=422 ).
Il follow-up mediano è stato di 25.2 mesi.

I PRO erano più favorevoli con Nivolumab più Ipilimumab rispetto a Sunitinib nelle prime 103 settimane dopo il basale, con variazione media rispetto al basale alla settimana 103 per il punteggio totale FKSI-19 pari a 4.00 per Nivolumab più Ipilimumab rispetto a -3.14 per Sunitinib ( P minore di 0.0001 ), e per il punteggio totale FACT-G 4.77 per Nivolumab più Ipilimumab rispetto a -4.32 per Sunitinib ( P=0.0005 ).

Differenze significative sono state osservate anche per 4 dei 5 domini FKSI-19 ( sintomi correlati alla malattia, sintomi correlati alla malattia fisica, effetti collaterali del trattamento e benessere funzionale ) e per i domini FACT-G di benessere fisico e funzionale.

Tuttavia, non vi è stata alcuna differenza significativa tra i gruppi di trattamento alla settimana 103 nei punteggi sulla scala di valutazione analogica visiva ( VAS ) EQ-5D-3L, con variazione media dal basale alla settimana 103 di 10.07 per Nivolumab più Ipilimumab e 6.40 per Sunitinib ( P=0.45 ).

Rispetto a Sunitinib, Nivolumab più Ipilimumab ha ridotto il rischio di deterioramento nel punteggio totale FKSI-19 ( hazard ratio, HR=0.54), punteggio totale FACT-G ( HR=0.63 ) e punteggio VAS EQ-5D-3L ( HR= 0.75 ) e UK utility score ( HR=0.67 ).

Nivolumab più Ipilimumab porta a un minore numero di sintomi e a una migliore qualità di vita associata alla salute, rispetto a Sunitinib nei pazienti a rischio intermedio o basso con carcinoma a cellule renali avanzato.
Questi risultati suggeriscono che l'efficacia superiore di Nivolumab più Ipilimumab rispetto a Sunitinib ha l'ulteriore vantaggio di una migliore HRQoL. ( Xagena2019 )

Cella D et al, Lancet Oncology 2019; 20: 297-310

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