Vitamina-C per via endovenosa negli adulti con sepsi nel Reparto di Terapia intensiva
Gli studi che hanno valutato l'uso della Vitamina-C per via endovenosa negli adulti con sepsi che stavano ricevendo una terapia vasopressoria in terapia intensiva hanno mostrato risultati contrastanti per quanto riguarda il rischio di morte e disfunzione d'organo.
In questo studio randomizzato, controllato con placebo, gli adulti che erano stati in Terapia intensiva per non più di 24 ore, che avevano un'infezione dimostrata o sospetta come diagnosi principale e che stavano ricevendo un vasopressore sono stati assegnati a ricevere un'infusione di vitamina C ( alla dose di 50 mg per kg di peso corporeo ) o placebo somministrato ogni 6 ore per un massimo di 96 ore.
L'esito primario era un composito di morte o disfunzione d'organo persistente ( definita dall'uso di vasopressori, ventilazione meccanica invasiva o nuova terapia sostitutiva renale ) il giorno 28.
In totale 872 pazienti sono stati randomizzati ( 435 nel gruppo Vitamina C e 437 nel gruppo controllo ).
L'esito primario si è verificato in 191 su 429 pazienti ( 44.5% ) nel gruppo Vitamina C e in 167 su 434 pazienti ( 38.5% ) nel gruppo controllo ( risk ratio, RR=1.21; P=0.01 ).
A 28 giorni, la morte si era verificata in 152 pazienti su 429 ( 35.4% ) nel gruppo Vitamina C e in 137 su 434 pazienti ( 31.6% ) nel gruppo placebo ( RR=1.17 ) e disfunzione d'organo persistente in 39 su 429 pazienti ( 9.1% ) e 30 su 434 pazienti ( 6.9% ), rispettivamente ( RR=1.30 ).
I risultati sono stati simili nei due gruppi per quanto riguarda i punteggi di disfunzione d'organo, i biomarcatori, la sopravvivenza a 6 mesi, la qualità di vita correlata alla salute, il danno renale acuto allo stadio 3 e gli episodi ipoglicemici.
Nel gruppo Vitamina C, un paziente ha avuto un grave episodio ipoglicemico e un altro ha avuto un grave evento di anafilassi.
Negli adulti con sepsi sottoposti a terapia vasopressoria in Terapia intensiva, coloro che hanno ricevuto Vitamina C per via endovenosa hanno avuto un rischio maggiore di morte o disfunzione d'organo persistente a 28 giorni rispetto a quelli che hanno ricevuto il placebo. ( Xagena2022 )
Lamontagne F et al, N Engl J Med 2022; 386: 2387-2398
Med2022 Farma2022
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