Ruolo prognostico dell'ipertrigliceridemia nei pazienti con ictus di origine aterotrombotica
Si ritiene che l'ipertrigliceridemia promuova la patologia aterosclerotica, ma il suo ruolo nell'ictus non è stato ben definito.
È stato valutato il contributo dell'ipertrigliceridemia al rischio vascolare residuo nei pazienti con ictus aterotrombotico.
Il Tokyo Women's Medical University Stroke Registry è un registro osservazionale prospettico ( in corso ) in cui 870 pazienti con ictus ischemico acuto o TIA ( attacco ischemico transitorio ) entro 1 settimana dall'esordio sono stati arruolati consecutivamente e seguiti per 1 anno.
L'ipertrigliceridemia è stata definita come livelli sierici di trigliceridi maggiori o uguali a 150 mg/dl a digiuno.
La stenosi significativa delle arterie cervicocefaliche è stata definita come 50% o più di stenosi o occlusione.
L'esito primario era rappresentato da eventi cardiovascolari avversi maggiori, inclusi ictus non-fatale, sindrome coronarica acuta non-fatale e morte vascolare.
Su 870 pazienti ( età media 70.1 anni, maschi 60.9% ), 217 ( 24.9% ) presentavano ipertrigliceridemia.
Livelli elevati di trigliceridi sono stati significativamente associati a una maggiore prevalenza di stenosi dell'arteria intracranica, in particolare nella circolazione anteriore, piuttosto che a una stenosi dell'arteria extracranica.
I pazienti con ipertrigliceridemia hanno avuto un più alto rischio di eventi avversi cardiovascolari maggiori ( MACE ) rispetto a quelli senza ( tasso annuo 20.9% vs 9.7%; P minore di 0.001 ), anche dopo aggiustamento per potenziali fattori confondenti, inclusi colesterolo LDL basale e uso di statine ( hazard ratio aggiustato, aHR=2.46 ).
Il rischio più elevato di eventi vascolari nei pazienti con ipertrigliceridemia rispetto a quelli senza ipertrigliceridemia è stato osservato tra i pazienti con ictus di origine aterotrombotica ( n=174, tasso annuo 35.1% vs 14.2%; P=0.001 ), quelli con stenosi dell'arteria intracranica significativa ( n=247, tasso annuo 29.9% vs 14.7%; P=0.006 ) e quelli con stenosi dell'arteria carotide extracranica significativa ( n=123, tasso annuo 23.0% vs 9.4%; P=0.042 ).
Per contro, l'ipertrigliceridemia non è stata predittiva di eventi vascolari ricorrenti nei pazienti con ictus cardioembolico ( n=221, tasso annuo 19.1% vs 10.5%; P=0.18 ).
L'ipertrigliceridemia è un importante fattore di rischio modificabile che determina il rischio vascolare residuo nei pazienti con ictus di origine aterotrombotica, anche durante la terapia con statine. ( Xagena2022 )
Hoshino T et al, Neurology 2022; 98: 1660-1669
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