Aspacitarabina per il trattamento dei pazienti affetti da leucemia mieloide acuta non-idonei alla chemioterapia intensiva
La Citarabina ad alte dosi è associata a tossicità gastrointestinale e cerebellare, precludendone l'uso nei pazienti anziani o non-idonei affetti da leucemia mieloide acuta ( AML ).
L'Aspacitarabina, un profarmaco inattivo della Citarabina, è stata valutata come monoterapia in uno studio di fase 2b su pazienti non-idonei alla chemioterapia intensiva. 65 pazienti affetti da leucemia mieloide acuta sono stati trattati con Aspacitarabina 4.5 g/m2 al giorno ( equimolare a 3 g/m2 di Citarabina al giorno ) per 6 dosi per trattamento.
L'età media era di 75 anni; il 60.6% dei pazienti aveva una leucemia mieloide acuta de novo, il 28.8% una leucemia mieloide acuta secondaria a sindrome mielodisplastica e il 10.6% una leucemia mieloide acuta correlata alla terapia.
Nel complesso, il 36.9% ha raggiunto la remissione completa ( CR ) con recupero completo.
I tassi di remissione completa nei pazienti con leucemia mieloide acuta secondaria, nei pazienti con precedente trattamento con agenti ipometilanti e nei pazienti con mutazione TP53 sono stati rispettivamente del 26.7%, 25% e 36%.
La sopravvivenza globale mediana è stata di 9 mesi e non è stata raggiunta tra i soggetti che hanno risposto.
Il recupero ematologico è stato osservato in tutti i pazienti responder entro il giorno 26 senza citopenie prolungate.
Non sono stati osservati eventi avversi che tipicamente precludono l’uso di Citarabina ad alte dosi nei pazienti anziani o non-idonei.
Questi dati suggeriscono che l’Aspacitarabina può essere un regime efficace con una riduzione delle relative tossicità associate alla Citarabina ad alte dosi, una considerazione importante nel trattamento della leucemia mieloide acuta e di altri disturbi ematologici che utilizzano Citarabina ad alte dosi. ( Xagena2023 )
Altman JK et al, Blood Adv 2023; 7: 7494-7500
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