Vitamina D e tumore cutaneo non-melanoma
Uno studio di coorte ha esaminato l'associazione tra livelli sierici di 25-idrossivitamina D ( 25-OHD ) con il rischio di tumore cutaneo non-melanoma, definito come carcinoma a cellule squamose e carcinoma a cellule basali.
Lo studio ha incluso 3.223 pazienti di razza bianca, appartenenti a una HMO ( Health Maintenance Organization ), che avevano cercato consigli correlati all’osteoporosi o alla bassa densità ossea, dal 1997 al 2001.
I livelli di vitamina D sono stati accertati al momento della visita iniziale, e un sufficiente livello di vitamina D è stato definito come un livello basale sierico di 25-OHD maggiore o uguale a 30 ng/ml (da convertire in nanomoli per litro, moltiplicare per 2.496 ) e un carente livello di vitamina D come inferiore a 15 ng/ml.
Un numero maggiore di pazienti aveva insufficienza di vitamina D ( n=2257 ) rispetto ai pazienti con sufficiente livello ( n=966 ).
Un totale di 240 pazienti è andato incontro a tumore cutaneo non-melanoma: 49 un carcinoma a cellule squamose, 163 un carcinoma a cellule basali, e 28 entrambi i tumori.
Livelli di vitamina D superiori a 15 ng/mL ( livello non-scarso ) erano associati positivamente con il tumore cutaneo non-melanoma ( odds ratio non aggiustato, OR=1.7 ), e questa associazione è stata sostenuta dopo correzione dei fattori di rischio aggiuntivi ( OR=1.8 ).
I livelli di 25-idrossivitamina D sono risultati altrettanto positivamente associati, anche se statisticamente in modo non-significativo, a tumori cutanei non-melanoma con presentazione in punti anatomici meno esposti ai raggi UV ( OR aggiustato 2.2 ), sia per carcinoma a cellule squamose ( OR=3.2 ) che per carcinoma a cellule basali, anche se la stima del rischio per carcinoma a cellule basali era più bassa ( OR=1.7 ).
In conclusione, un innalzamento basale dei livelli plasmatici di 25-OHD è risultato significativamente associato a un aumentato rischio di tumore cutaneo non-melanoma. Questa associazione è risultata positiva, anche se non significativa nelle zone del corpo meno esposte ai raggi UV, e l'esposizione ai raggi UV rimane un probabile fattore di confondimento.
Il rapporto complesso e confondente di vitamina-D, raggi ultravioletti e tumore cutaneo non-melanoma rende difficile la classica indagine epidemiologica in assenza di una storia accuratamente misurata di esposizione cumulativa ai raggi UV. ( Xagena2011 )
Eide MJ et al, Arch Dermatol 2011; 147: 1379-1384
Dermo2011 Onco2011
Indietro
Altri articoli
Opdivo a base di Nivolumab nel melanoma: indicazione, posologia e avvertenze
Nivolumab ( Opdivo ) è un anticorpo monoclonale immunoglobulina G4 ( IgG4 ) umano ( HuMAb ), che si lega...
Trattamento con Nivolumab in monoterapia del melanoma: studio randomizzato di fase 3 versus chemioterapia CA209037
La sicurezza e l'efficacia di Nivolumab ( Opdivo ) 3 mg/kg in monoterapia per il trattamento del melanoma avanzato (...
Trattamento adiuvante del melanoma: studio randomizzato di fase 3 di Nivolumab versus Ipilimumab 10 mg/kg CA209238
La sicurezza e l'efficacia di Nivolumab ( Opdivo ) 3 mg/kg in monoterapia per il trattamento dei pazienti con melanoma...
Terapia neoantigenica individualizzata mRNA-4157 ( V940 ) più Pembrolizumab versus monoterapia con Pembrolizumab nel melanoma resecato: studio KEYNOTE-942
Gli inibitori del checkpoint sono il trattamento adiuvante standard per il melanoma resecato in stadio IIB-IV, ma molti pazienti recidivano. Si...
Contributo dell'inibizione di MEK al trattamento combinato di inibitori BRAF/MEK del melanoma con mutazione BRAF: studio COLUMBUS
Nella parte 1 dello studio COLUMBUS, i pazienti con melanoma avanzato con mutazione BRAF V600 sono stati assegnati in modo...
Bempegaldesleukin più Nivolumab nel melanoma avanzato non-trattato: studio PIVOT IO 001
Nonostante i notevoli progressi nel trattamento del melanoma non-resecabile o metastatico, permane la necessità di nuove terapie. Bempegaldesleukin ( BEMPEG...
Lenvatinib più Pembrolizumab per il melanoma con progressione confermata con un inibitore PD-1 o PD-L1 somministrati in monoterapia o in combinazione: studio LEAP-004
Sono necessari trattamenti efficaci per il melanoma che progredisce con gli inibitori PD-1 o PD-L1. È stato condotto lo studio...
Sopravvivenza globale con Atezolizumab di prima linea in combinazione con Vemurafenib e Cobimetinib nel melanoma avanzato positivo alla mutazione BRAFV600: studio IMspire150
L'analisi primaria dello studio di fase 3 IMspire150 ha mostrato un miglioramento della sopravvivenza libera da progressione ( PFS )...
Combinazione di Dabrafenib e Trametinib rispetto alla combinazione di Nivolumab e Ipilimumab per pazienti con melanoma BRAF-mutante avanzato: studio DREAMseq-ECOG-ACRIN EA6134
La combinazione di blocco di PD-1 / blocco di CTLA-4 e doppia inibizione di BRAF / MEK hanno mostrato benefici...
Sopravvivenza complessiva a tre anni con Tebentafusp nel melanoma uveale metastatico
Tebentafusp ( Kimmtrak ) è approvato per i pazienti adulti positivi per HLA-A*02:01 e affetti da melanoma uveale non-resecabile o...