Tassi di complicanze associate a cambio del pacemaker o del defibrillatore cardioverter impiantabile e a procedure di upgrade


Non esistono studi che definiscano il rischio associato alla chirurgia di sostituzione di pacemaker o defibrillatore cardioverter impiantabile ( ICD ).
Queste procedure sono in genere considerate a basso rischio, nonostante i risultati di recenti analisi retrospettive riferiscano tassi elevati di complicanze.

Uno studio ha valutato in maniera prospettica i tassi di complicazioni associati alla procedura nel caso di sostituzione elettiva del pacemaker o del defibrillatore cardioverter impiantabile nel corso di un periodo di follow-up di 6 mesi.

Sono stati presi in considerazione due gruppi: uno con ( coorte 1 ) e uno senza ( coorte 2 ) l’aggiunta pianificata di un catetere transvenoso per la sostituzione o un upgrade del dispositivo in grado di effettuare terapie addizionali.

Complicanze maggiori si sono manifestate nel 4.0% dei 1.031 pazienti della coorte 1 e nel 15.3% dei 713 pazienti della coorte 2 e, in entrambe le coorti, le complicazioni maggiori sono risultate più alte con sostituzione di defibrillatore cardioverter impiantabile che di pacemaker.

Le complicazioni sono risultate più alte nei pazienti che avevano ricevuto un update o una correzione al dispositivo di terapia di resincronizzazione cardiaca ( 18.7% ); non si sono verificati decessi periprocedurali nelle due coorti, benchè in seguito se ne siano verificati 8 legati alla procedura nella seconda coorte.

I tassi di infezione a 6 mesi sono stati, rispettivamente, pari a 1.4% e 1.1% per le coorti 1 e 2.

In conclusione, le sostituzioni di pacemaker e di defibrillatore cardioverter impiantabile sono associate a un notevole rischio di complicanze, in particolare con l’aggiunta di un catetere. ( Xagena2010 )

Poole JE et al, Circulation 2010; 122: 1553-1561


Cardio2010


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