Basse dosi di Propranololo e capacità di esercizio nella sindrome di tachicardia posturale


È stato determinato l'effetto delle basse dosi di Propranololo ( Inderal ) sulla capacità di esercizio massima in pazienti con la sindrome di tachicardia posturale ( POTS ).

In uno studio randomizzato, in doppio cieco, è stato confrontato l'effetto del placebo verso un'unica bassa dose di Propranololo ( 20 mg ) sul consumo di ossigeno di picco ( VO2 max ), una misura stabilita di capacità di esercizio, in 11 pazienti con sindrome di tachicardia posturale e 7 soggetti sani.

I soggetti si sono esercitati su una bicicletta reclinata, con intervalli crescenti di resistenza allo sforzo massimale.

La capacità di esercizio massima è stata simile tra i gruppi trattati con placebo.

Basse dosi di Propranololo hanno migliorato VO2 max in pazienti con sindrome di tachicardia posturale ( 24.5 ml/min/kg placebo vs 27.6 ml/min/kg Propranololo; P=0.024 ), ma non nei soggetti sani.

L'aumento di VO2 max nella sindrome di tachicardia posturale è stato associato con attenuate risposte della frequenza cardiaca di picco ( 142 bpm Propranololo vs 165 bpm placebo: P=0.005 ) e maggiore volume di eiezione ( 81 ml Propranololo vs 67 ml placebo; P=0.013 ).

In una coorte separata di pazienti con sindrome di tachicardia posturale, né Propranololo ad alto dosaggio ( 80 mg ), né Metoprololo ( 100 mg ) hanno migliorato VO2 max, nonostante un abbassamento simile della frequenza cardiaca.

In conclusione, questi risultati suggeriscono che un blocco-beta non-selettivo con Propranololo a dosi basse, frequentemente utilizzate per il trattamento della sindrome di tachicardia posturale, può fornire un modesto effetto benefico per migliorare il controllo della frequenza cardiaca e la capacità di esercizio. ( Xagena2013 )

Arnold AC et al, Neurology 2013; 80: 21: 1927-1933

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