Le vitamine del gruppo B abbassano i livelli di omocisteina ma non il rischio cardiovascolare


La prevenzione secondaria con vitamine del gruppo B, che abbassano i livelli plasmatici di omocisteina, non riduce il rischio di morte o di eventi cardiovascolari maggiori.

Allo studio WENBIT ( Western Norway B-vitamin Intervention Trial ) hanno preso parte 3.090 pazienti con malattia cardiaca verificata all’esame angiografico, principalmente angina pectoris e malattia coronarica a 2-3 vasi.

I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a 4 gruppi per ricevere ogni giorno: 1 ) Folato, Vitamina B12 e B6; 2 ) Folato e Vitamina B12; 3 ) Vitamina B6; 4 ) placebo.

Durante il periodo osservazionale di 38 mesi, non è stata riscontrata nessuna differenza significativa nel rischio di morte o di eventi cardiovascolari maggiori tra i gruppi di intervento.

I pazienti avevano ricevuto il trattamento convenzionale: Acido Acetilsalicilico ( Aspirina ) ( 90% ), statine ( 89% ) e beta-bloccanti ( 77% ).
L’età media alla randomizzazione era di 61,8 anni ed il 20,5% dei partecipanti era di sesso femminile.

In Norvegia non è contemplata la fortificazione obbligatoria con Folato.

I pazienti presentavano al basale livelli medi di omocisteina di 10,8 micromol/l.
Nei gruppi che avevano assunto Folato, l’omocisteina si era abbassata del 28%, mentre era rimasta inalterata nei gruppi non trattati con Folato.

Un totale di 422 partecipanti hanno sperimentato almeno un evento classificato come endpoint primario composito, definito come: morte per tutte le cause, infarto miocardico non-fatale, angina instabile o ictus tromboembolico non-fatale.

Le analisi di sopravvivenza non hanno evidenziato nessuna significativa differenza, riguardo al tempo per il primo evento dell’endpoint primario, tra i gruppi riceventi Folato o no ( P=0,35 ), o tra i gruppi che avevano ricevuto Vitamina B6 o no ( P=0,23 ).

Le conclusioni dello studio WENBIT sono in accordo con i precedenti studi che non sono riusciti a dimostrare che la supplementazione con Folato, tesa ad abbassare i livelli di omocisteina, riduca il rischio di morte o di progressione della malattia cardiovascolare nei pazienti con malattia cardiovascolare.
Inoltre, la Vitamina B6 non esercita alcun effetto, e secondo gli Autori la supplementazione con le Vitamine del gruppo B non è giustificata nella prevenzione secondaria della malattia cardiovascolare. ( Xagena2007 )

Fonte: European Society of Cardiology ( ESC ) – Congress, 2007


Farma2007 Cardio2007


Indietro

Altri articoli

Secondo i dati dell'indagine NHANES ( National Health and Nutrition Examination Survey ), il 52% degli adulti statunitensi ha riferito...


Una analisi di uno studio di coorte ha mostrato che una maggiore assunzione di vitamine C ed E è...


Sono stati riportati risultati incoerenti di un legame tra l'uso di vitamine B correlate al metabolismo di unità monocarboniose e...


Lo stress ossidativo è segnalato come uno dei possibili meccanismi che portano alla neurodegenerazione nella malattia di Parkinson. Tuttavia, precedenti...


In uno studio clinico randomizzato, controllato, in cieco, è stata verificata l'ipotesi che un deficit relativo di L-Arginina, il substrato...


La pre-eclampsia e l’eclampsia sono tra le principali cause di morbilità e mortalità materna e neonatale.Nonostante la crescente conoscenza della...


La supplementazione con antiossidanti per 7.5 anni aumenta il rischio di tumore cutaneo nelle donne, ma non negli uomini. Queste...


Studi epidemiologici hanno indicato che un aumento delle concentrazioni plasmatiche di omocisteina totale potrebbe rappresentare un fattore di rischio per...


Il 40% circa dei soggetti diabetici sviluppa una nefropatia. Molte sono le strategie per rallentare tale progressione, tra queste c’è...


In studi osservazionali, l’iperomocisteinemia è risultata essere un fattore di rischio per la mortalità totale e per eventi cardiovascolari in...