Correlazione tra uso di anticonvulsivanti enzima-inducenti ed esiti nei pazienti con glioblastoma


Gli studi clinici su pazienti con glioblastoma distinguono coorti trattate con anticonvulsivanti con effetto di induzione enzimatica.
Tali anticonvulsivanti inducono gli enzimi microsomiali epatici P450 che accelerano il metabolismo di alcuni chemioterapici e farmaci con bersagli molecolari specifici.
Tuttavia, l’effetto di tale induzione sugli esiti è stato poco studiato.

I Ricercatori della Mayo Clinic di Jacksonville negli Stati Uniti, hanno portato a termine un’analisi correlativa riguardo all’uso al basale di anticonvulsivanti inducenti l’enzima con gli esiti, utilizzando un database di 620 pazienti con nuova diagnosi di glioblastoma trattati in maniera prospettica negli studi del North Central Cancer Treatment Group.

Alla registrazione, il 72% dei pazienti era in trattamento con anticonvulsivi con effetto di induzione enzimatica, il 2% con farmaci anticonvulsivi non-a-induzione enzimatica, e il 26% non erano trattati con farmaci anticonvulsivanti.

Sorprendentemente, nel modello a variabili multiple di Cox la sopravvivenza generale e quella libera da progressione hanno mostrato una correlazione positiva con l’uso di anticonvulsivi con effetto di induzione enzimatica ( hazard ratio, HR=0.75; p=0.022 ), anche dopo aggiustamento per i noti fattori prognostici di età, performance status, estensione della resezione, uso di steroidi e funzione neurocognitiva al basale.

In particolare, la sopravvivenza generale mediana è risultata più lunga nei pazienti trattati con anticonvulsivanti inducenti l’enzima che in quelli trattati con anticonvulsivanti non-a-induzione enzimatica ( 12.3 vs 10.7 mesi; p=0.0002 ).

Allo stesso modo, la sopravvivenza libera da progressione è risultata più lunga per i pazienti trattati con anticonvulsivi con effetto di induzione enzimatica ( 5.6 vs 4.8 mesi; p=0.003 ).

Non sono state osservate differenze nei valori mediani di sopravvivenza generale e libera da progressione confrontando pazienti con e senza una storia di crisi epilettiche al basale.

In conclusione, paradossalmente, l’uso di anticonvulsivanti a induzione enzimatica è risultato correlato a migliori esiti per i pazienti con glioblastoma. ( Xagena2009 )

Jaeckle KA et al, Neurology 2009; 73: 1207-1213


Neuro2009 Farma2009 Onco2009


Indietro

Altri articoli

Il diabete mellito ( DM ) contribuisce in modo significativo alla sindrome metabolica e agli eventi cardiovascolari e può essere...


Molte epilessie a esordio infantile hanno una prognosi sfavorevole per il controllo delle crisi e per gli esiti dello sviluppo...


Gli effetti sullo sviluppo neurologico dell’esposizione del feto alla maggior parte dei farmaci anticonvulsivanti non sono ben definiti. Sono stati...


Circa il 10% dei pazienti affetti da glioma con epilessia necessita di una tripla terapia con farmaci anticonvulsivanti ( ASM...


Circa il 30% dei pazienti con glioma necessita di un farmaco anticonvulsivante aggiuntivo a causa di convulsioni incontrollate in monoterapia...


La tollerabilità è un fattore determinante per l'efficacia del trattamento dell'epilessia. È importante valutare se la tollerabilità complessiva migliori. Sono stati...


La scelta di farmaci per pazienti con stato epilettico refrattari al trattamento con benzodiazepine non è stata studiata a fondo. In...


Gli anticonvulsivanti di più vecchia generazione che inducono fortemente l’attività del sistema enzimatico citocromo P450 producono alterazioni metaboliche che possono...


Nel 2008, l’FDA ( Food and Drug Administration ) ha emesso un warning ( avvertenza ) nella scheda tecnica dei...


Uno studio, pubblicato su Neurology, ha mostrato che alcuni farmaci per l’epilessia sono associati a un aumento del rischio di...