Titoli anticorpali alla diagnosi e durante il follow-up dell’encefalite del recettore anti-NMDA
L’encefalite del recettore anti-N-metil-d-aspartato ( NMDA ) è un disturbo autoimmune grave ma trattabile la cui diagnosi dipende da valutazioni anticorpali sensibili e specifiche.
È stato condotto uno studio per valutare sensibilità e specificità del test anticorpale su siero e liquido cerebrospinale in pazienti con encefalite del recettore anti-NMDA e la relazione tra titoli anticorpali, recidive, esito e tipologia di epitopi.
Nello studio osservazionale, sono stati utilizzati test immunoistochimici su cervello di ratto o test cellulari con cellule fissate o vive che esprimevano il recettore NMDA per determinare la sensibilità e la specificità della valutazione anticorpale in campioni appaiati di siero e liquido cerebrospinale.
I campioni sono stati ottenuti alla diagnosi da pazienti con encefalite del recettore anti-NMDA e da controlli in tutto il mondo.
L’ipotesi era che un paziente fosse anticorpo-positivo se il suo siero, il suo liquido cerebrospinale o entrambi fossero risultati positivi con tecniche di immunoistochimica e test basati su cellule; i titoli anticorpali sono stati determinati con diluizioni seriali dei campioni utilizzando immunoistochimica cerebrale.
Sono stati esaminati campioni da 45 pazienti ( 25 con esito buono [ Rankin Scale modificata, mRS 0-2 ], 10 con esito scarso [ mRS 3-6 ] e 10 con recidive ) in tre o più momenti.
È stata determinata la tipologia di epitopi nei campioni di 23 pazienti che esprimevano forme mutate del recettore NMDA sub unità GluN1 nei saggi cellulari.
Sono stati analizzati campioni da 250 pazienti con encefalite del recettore anti-NMDA e 100 controlli.
Tutti i 250 pazienti avevano anticorpi contro il recettore NMDA nel liquido cerebrospinale ma solo 214 nel siero ( sensibilità 100.0% vs 85.6%, p inferiore a 0.0001 ).
I test immunoistochimici sul siero sono risultati più spesso concordi con i saggi cellulari su cellule fissate ( 77 [ 71% ] su 108 ) che con i saggi cellulari su cellule vive ( 63 [ 58% ] su 108, p=0.0056 ).
Nell’analisi a variabili multiple, le titolazioni nel liquido cerebrospinale e nel siero sono risultate più alte nei pazienti con esiti scarsi che in quelli con buon esito ( diluizione liquido cerebrospinale 340 vs 129, differenza 211, p=0.049; diluizione siero 7370 vs 1243, differenza 6127, p=0.0025 ) e in pazienti con teratoma che in quelli senza teratoma ( liquido cerebrospinale 395 vs 110, differenza 285, p=0.0079; siero 5515 vs 1644, differenza 3870, p=0.024 ).
Nel tempo è stata osservata una diminuzione nel titolo anticorpale nei 35 pazienti con esito buono o scarso e nei campioni seguiti in 3 momenti temporali indipendentemente dall’esito ( dalla diagnosi all’ultimo follow-up: liquido cerebrospinale da 614 a 76, differenza 538; siero da 5460 a 1564, differenza 3896; p per entrambi inferiore a 0.0001 ).
Le recidive sono risultate associate più spesso a un cambiamento nel titolo anticorpale nel liquido cerebrospinale che nel siero ( 14 su 19 vs 7 su 16, p=0.037 ).
Dopo il recupero, 24 dei 28 campioni di fluido cerebrospinale e 17 dei 23 campioni di siero dai pazienti sono rimasti anticorpo-positivi.
Gli anticorpi dei pazienti erano indirizzati verso una principale regione dell’epitopo sull’aminoacido GluN1 369; la tipologia di epitopi non ha mostrato differenze tra i pazienti con esiti diversi e non si è modificata durante le recidive.
In conclusione, la sensibilità della valutazione degli anticorpi anti-recettore NMDA è più alta nel liquido cerebrospinale che nel siero.
I titoli anticorpali nel liquido cerebrospinale e nel siero sono risultati più alti nei pazienti con esito scarso o con teratoma che nei pazienti con esito buono o assenza di tumore.
Il cambiamento del titolo nel liquido cerebrospinale è risultato più strettamente correlato con le recidive rispetto al cambiamento nel siero.
Queste osservazioni enfatizzano l’importanza dell’inclusione del liquido cerebrospinale negli studi anticorpali e mettono in luce il fatto che i titoli anticorpali possono fornire elementi complementari alle valutazioni cliniche. ( Xagena2014 )
Gresa-Arribas N et al, Lancet Neurol 2014; 13: 167-177
Neuro2014
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