Il gene COUP-TFI controlla la forma dell’ippocampo, la struttura del cervello responsabile della memoria
Un gruppo di ricercatori, coordinato da Elvira De Leonibus, dell’Istituto Telethon di genetica e medicina di Pozzuoli e del Laboratorio di Neuropsicofarmacologia dell’Istituto di Genetica e Biofisica ( IGB ) del CNR, ha scoperto un gene importante per il corretto sviluppo dell’ippocampo.
L’ippocampo svolge un ruolo fondamentale negli organismi viventi perché è necessario per la formazione della memoria a lungo termine.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Cerebral Cortex.
In particolare i ricercatori hanno scoperto che l’assenza di questo gene, chiamato COUP–TFI, produce un difetto nel volume e nella forma dell’ippocampo determinando in questo modo difficoltà nella capacità di formare delle memorie stabili e durature.
E’ stato osservato in modelli animali che quando manca COUP-TFI, l’ippocampo presenta una testa molto piccola mentre il corpo e la coda hanno dimensioni normali.
Questa alterazione provoca un’incapacità di memorizzare elementi nello spazio circostante, cioè una sorta di anomalia nel sistema di orientamento del cervello, mentre non vi sono alterazioni nelle manifestazioni emozionali.
Infatti, la testa dell’ippocampo è necessaria per formare i ricordi astratti del quotidiano ( cosa abbiamo mangiato, dove abbiamo festeggiato il compleanno, la mappa della città, ecc.. ) mentre la coda è importante per la formazione delle memorie emozionali e per la regolazione degli stati emotivi, come l’ansia.
Fino ad oggi si sapeva che eventi quali, ad esempio, gli ictus possono causare disturbi cognitivi distruggendo porzioni specifiche dell’ippocampo, ma non era mai stata identificata alcuna causa genetica che potesse influire sulla crescita volumetrica dell’ippocampo e quindi sulla formazione dei ricordi.
Questo studio ha delle implicazioni cliniche molteplici, prima fra tutte la possibilità di comprendere difetti cognitivi che si osservano nei pazienti che presentano un’alterazione delle dimensioni dell’ippocampo.
In generale, questa scoperta potrebbe avere interessanti ricadute per la comprensione di tutte quelle patologie in cui si osserva una riduzione del volume dell’ippocampo quali le malattie neurodegenerative dell’invecchiamento, come l’Alzheimer, che provocano gli stessi difetti di memoria osservati nei topi mancanti del gene COUP-TFI.
Il gene COUP–TFI è un gene la cui funzione di gene architetto fu identificata nel 2007 proprio presso l’Istituto Telethon di Napoli da un gruppo di ricerca guidato da Michèle Studer.
In particolare fu scoperto che la mancanza di questo gene modifica le proporzioni della neocorteccia, la parte evolutivamente più avanzata del cervello, provocando un ingrandimento della corteccia motoria, regione cerebrale necessaria per movimenti fini, come ad esempio suonare il pianoforte. All’inizio si pensava che tale ingrandimento potesse tradursi in un aumento delle competenze di quest’area del cervello ma al contrario studi successivi condotti da Elvira De Leonibus e da Michèle Studer, hanno portato alla conclusione che non solo non vi è un miglioramento della prestazione motoria, ma addirittura l’aumento di volume di quest’area cerebrale porta a una perdita delle sue funzionalità.
Il nuovo studio, condotto da Gemma Flore dell’Istituto Telethon di Pozzuoli, ha rilevato che il gene COUP–TFI controlla anche lo sviluppo dell’ippocampo.
Gli esseri umani e gli altri mammiferi possiedono due ippocampi, ciascuno in ogni emisfero del cervello posto sopra il nostro orecchio, con la testa rivolta verso il volto e la coda verso la nuca.
E’ stato dimostrato che la mancanza del gene COUP–TFI nei topi determina un ippocampo con la testa molto piccola ( ipocefalico ) e che questa alterazione morfologica causa nell’animale la difficoltà, ad esempio, di memorizzare la posizione di una piattaforma all’interno di una piscina.
È quindi un problema di navigazione spaziale, cioè un difetto del sistema di orientamento del topo, mentre non vi sono alterazioni nei livelli d’ansia oppure nell’apprendere come evitare un pericolo. ( Xagena2016 )
Fonte: Telethon, 2016
MalRar2016 Med2016 Neuro2016
Indietro
Altri articoli
Attività cognitiva e memoria dopo Covid-19 in un ampio campione
I sintomi cognitivi dopo la malattia da coronavirus 2019 ( Covid-19 ), la malattia causata dal virus SARS-CoV-2, sono ben...
Associazione tra esposizione neonatale a Midazolam e la crescita dell'ippocampo e le prestazioni della memoria di lavoro nei bambini nati pretermine
L’esposizione precoce ad analgesici e sedativi è una delle principali preoccupazioni per i successivi disturbi dell’apprendimento nei bambini. L’ippocampo, una...
Associazione tra bypass coronarico e intervento coronarico percutaneo con declino della memoria negli anziani sottoposti a rivascolarizzazione coronarica
Non è chiaro se il bypass coronarico ( CABG ) sia associato a declino cognitivo negli anziani rispetto a un...
La terapia con Estradiolo dopo la menopausa attenua gli effetti dello stress sul cortisolo e sulla memoria di lavoro
La terapia con Estradiolo postmenopausale può ridurre la risposta allo stress.Tuttavia, non è chiaro se tali riduzioni possano mitigare gli...
Effetto della integrazione di Acidi grassi polinsaturi Omega 3 a lungo termine con o senza intervento multidominio sulla funzione cognitiva negli anziani con disturbi della memoria
Non sono stati condotti ampi studi per studiare l'efficacia di un intervento che unisca un composto specifico e diversi interventi...
Anziani: il Testosterone produce miglioramenti dell’anemia e della densità minerale ossea, ma non ha effetto sulla memoria
I Testosterone Trials ( TTrials ) hanno mostrato che un lieve stato anemico e una ridotta densità ossea possono...
L'origine dell'Alzheimer sarebbe legata ai disturbi d'umore e non alla memoria come si è sempre pensato
Uno studio di ricercatori italiani, pubblicato su Nature Communications, ha mostrato che l'origine della malattia di Alzheimer non è nell'area...
La terapia ormonale a base di estrogeni non preserva la memoria e la capacità cognitiva nelle donne in post-menopausa
Uno studio ha dimostrato che la terapia con estrogeni nelle donne in menopausa non è utile a conservare la memoria...
Autotaxina associata ad aumentato rischio di compromissione della memoria e di diabete mellito di tipo 2
L’enzima autotaxina potrebbe permettere di prevedere il presentarsi di alterazioni della memoria tipiche della malattia di Alzheimer e del diabete...