Predittori prognostici nella cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro


Uno studio ha esaminato la presentazione clinica e la storia naturale, e ha cercato di identificare i predittori prognostici a lungo termine nei pazienti con cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro, dal momento che le informazioni riguardanti la storia naturale e la stratificazione del rischio di questa patologia sono ancora incomplete.

La coorte era composta da 96 pazienti con cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro ( 68% maschi, 35 anni in media ).

Gli endpoint primari dello studio erano il decesso e il trapianto di cuore.
I dati clinici e dell’eco-Doppler sono stati valutati come indicatori prognostici.

Il 65% dei pazienti aveva disfunzione sistolica del ventricolo destro ( cambiamento dell’area frazionale del ventricolo destro inferiore al 33% ) e il 24% aveva disfunzione sistolica del ventricolo sinistro ( frazione d'eiezione ventricolare sinistra inferiore [ FEVS ] al 50% ).

Durante un periodo medio di follow-up di 128 mesi, 20 pazienti ( 21% ) sono andati incontro a decesso o sono stati sottoposti a trapianto di cuore.

All'analisi multivariata ( Modello 1 ), disfunzione del ventricolo destro ( hazard ratio, HR=4.12; P=0.05 ), significativo rigurgito della tricuspide ( HR=7.6; P inferiore a 0.001 ) e trattamento con Amiodarone ( Cordarone ) ( HR=3.4; P=0.01 ) sono risultati predittori di mortalità o trapianto cardiaco.

Quando è stata inserita nel modello la disfunzione ordinale ( Modello 2 ), che considera la presenza di entrambi le disfunzioni del ventricolo destro e sinistro, questa variabile è emersa come un predittore prognostico indipendente ( HR=6.3; P inferiore a 0.001 ).

All’analisi ROC ( receiver operating characteristic analysis ), il Modello 2 era significativamente più preciso nel predire l’esito a lungo termine rispetto al Modello 1 ( area sotto la curva 0.84 contro 0.78, rispettivamente, P=0.04 ).

In conclusione, nella popolazione di riferimento con cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro, la presenza di disfunzione ventricolare sinistra al momento della diagnosi ha una potenza incrementale nel predire l'esito negativo rispetto alla sola disfunzione del ventricolo destro. ( Xagena2011 )

Pinamonti B et al, Eur Heart J 2011; 32: 1105-1113


Cardio2011



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