Fenitoina per la neuroprotezione nei pazienti con neurite ottica acuta


La neurite ottica demielinizzante acuta, una caratteristica comune della sclerosi multipla, può danneggiare la visione attraverso la neurodegenerazione nel nervo ottico e nelle sue fibre nella retina.
L'inibizione dei canali del sodio voltaggio-dipendenti è neuroprotettiva in modelli preclinici.

Si è cercato di stabilire se l'inibizione dei canali del sodio con Fenitoina sia neuroprotettiva nei pazienti con neurite ottica acuta.

È stato fatto uno studio randomizzato e controllato con placebo, in doppio cieco, di fase 2, in due ospedali universitari del Regno Unito a Londra e a Sheffield.

I pazienti con neurite ottica acuta di età compresa tra 18 e 60 anni, presentatisi entro 2 settimane dall'esordio, con acuità visiva di 6/9 o peggiore, sono stati randomizzati a Fenitoina per via orale ( dose di mantenimento 4 mg/kg al giorno se randomizzati prima o entro il 16 luglio 2013 e 6 mg/kg al giorno se randomizzati il 17 luglio 2013 ) oppure a placebo per 3 mesi, stratificando per tempo dall'insorgenza, Centro, precedente diagnosi di sclerosi multipla, uso di terapia modificante la malattia, e uso di corticosteroidi per neurite ottica acuta.

L'esito primario era lo spessore dello strato di fibre nervose retiniche ( RNFL ) nell'occhio colpito a 6 mesi, aggiustato per lo spessore RNFL dell’occhio compagno al basale in tutti i partecipanti randomizzati che sono stati seguiti fino a 6 mesi.
La sicurezza è stata analizzata in tutta la popolazione, compresi coloro che sono stati persi al follow-up.

Sono stati reclutati 86 partecipanti tra il 2012 e il 2014 ( 42 assegnati a Fenitoina e 44 al placebo ).
29 sono stati assegnati a Fenitoina 4 mg/kg e 13 a Fenitoina 6 mg/kg.

5 partecipanti sono stati persi al follow-up; l’analisi primaria ha pertanto incluso 81 partecipanti ( 39 assegnati a Fenitoina e 42 al placebo ).

Lo spessore medio dello strato di fibre nervose retiniche a 6 mesi nell'occhio colpito era 81.46 micron nel gruppo Fenitoina ( una diminuzione media di 16.69 micron al basale ) rispetto a 74.29 micron nel gruppo placebo ( una diminuzione media di 23.79 micron dal basale; differenza aggiustata a 6 mesi di 7.15 micron; P=0.021 ), corrispondente a una riduzione del 30% nella portata della perdita dello strato di fibre nervose retiniche con Fenitoina rispetto al placebo.

Il trattamento è risultato ben tollerato, con 5 dei 42 pazienti ( 12% ) che hanno presentato un grave evento avverso nel gruppo Fenitoina ( una sola reazione avversa, eruzione cutanea grave, è stata attribuito alla Fenitoina ) contro 2 su 44 ( 5% ) nel gruppo placebo.

Questi risultati supportano il concetto di neuroprotezione con Fenitoina nei pazienti con neurite ottica acuta a concentrazioni in cui si bloccano i canali del sodio voltaggio-dipendenti in modo selettivo.
Sono necessarie ulteriori indagini in grandi studi clinici sulla neurite ottica e sulla sclerosi multipla recidivante. ( Xagena2016 )

Raftopoulos R et al, Lancet 2016; 15: 259-269

Neuro2016 Oftalm2016 Farma2016


Indietro

Altri articoli

La Creatina è un agente antiossidante che ha mostrato effetti neuroprotettivi in modelli animali con malattia di Parkinson. La...


L'ipotermia indotta aggiunta alla terapia standard non era associata a esiti significativamente migliori a 90 giorni rispetto alla sola cura...


Il Magnesio solfato è neuroprotettivo in modelli preclinici di ictus e ha mostrato segnali di potenziale efficacia, con un profilo...


L'attuale comprensione dei processi neurodegenerativi nelle malattie sporadiche come malattia di Alzheimer, malattia di Parkinson o sclerosi multipla è molto...


L'utilizzo della chemioterapia a base di Cisplatino ( Platinex ) è limitato dalla grave neurotossicità periferica riportata in una proporzione...


Il blocco parziale dei canali del sodio voltaggio-dipendenti ha un effetto neuroprotettivo in modelli sperimentali di malattia infiammatoria demielinizzante.In uno...


È difficile ottenere buoni esiti neurologici dopo un arresto cardiaco. In queste situazioni giocano un ruolo fondamentale gli interventi compiuti...


Ricercatori israeliani hanno verificato il potenziale terapeutico delle cellule stromali mesenchimali in un modello cronico di encefalomielite autoimmune sperimentale (...


L’ischemia cerebrale focale ed il danno cerebrale traumatico inducano un aumento della morte cellulare per diffusione di mediatori ad azione...