Sicurezza ed efficacia di Mirikizumab rispetto a Secukinumab e placebo nel trattamento della psoriasi a placche da moderata a grave: studio OASIS-2


Risankizumab e Guselkumab, inibitori della subunità p19 dell'interleuchina IL-23, sono approvati per il trattamento di pazienti adulti con psoriasi a placche da moderata a grave ed entrambi hanno mostrato superiorità rispetto al placebo in studi clinici randomizzati.
Entrambi gli agenti hanno anche mostrato superiorità rispetto all’inibitore dell’IL-17 Secukinumab in diversi momenti.

Sono state studiate l’efficacia e la sicurezza dell’inibitore p19 IL-23 Mirikizumab ( Omvoh )rispetto al placebo e Secukinumab ( Cosentyx ) per i pazienti con psoriasi a placche da moderata a grave.

OASIS-2 era uno studio di fase 3, multicentrico, randomizzato, in doppio cieco.
Sono stati reclutati partecipanti di età pari o superiore a 18 anni che avevano una diagnosi confermata di psoriasi cronica a placche da almeno 6 mesi prima del basale che coinvolgeva almeno il 10% della superficie corporea ( BSA ), un punteggio assoluto PASI ( Psoriasis Area and Severity Index ) pari ad almeno 12 e un punteggio sPGA ( Static Physician's Global Assessment ) di almeno 3 sia alle visite di screening che a quelle di riferimento.

Sono stati esclusi i pazienti che presentavano una condizione di salute incontrollata o instabile allo screening.

Sono stati assegnati in modo casuale i pazienti a ricevere 250 mg di Mirikizumab ogni 4 settimane per 16 settimane ( induzione ) quindi ogni 8 settimane dalla settimana 16 alla settimana 52 ( mantenimento ); 250 mg di Mirikizumab ogni 4 settimane per 16 settimane, poi 125 mg di Mirikizumab ogni 8 settimane dalla settimana 16 alla 52; 300 mg di Secukinumab una volta a settimana fino alla settimana 4, poi ogni 4 settimane successivamente; oppure placebo ogni 4 settimane per 16 settimane, seguito da 250 mg di Mirikizumab ogni 4 settimane dalla settimana 16 alla 32 e poi ogni 8 settimane dalla settimana 32 alla 52.

L'esito primario era la superiorità di Mirikizumab ( dose di induzione di 250 mg ) rispetto al placebo alla settimana 16, valutato come la percentuale di pazienti con un punteggio sPGA pari a 0 o 1 con un miglioramento rispetto al basale di almeno 2 punti, e la percentuale di pazienti con un miglioramento di almeno il 90% rispetto al basale del punteggio PASI ( PASI 90 ), nella popolazione intention-to-treat ( ITT ).

È stata valutata la sicurezza in tutti i partecipanti assegnati in modo casuale che hanno ricevuto almeno una dose di Mirikizumab fino alla settimana 16 ( popolazione di sicurezza dell’induzione ) e in tutti i partecipanti assegnati in modo casuale che hanno ricevuto almeno una dose di Mirikizumab oppure Secukinumab fino alla settimana 52 ( popolazione di sicurezza del trattamento attivo ).

Tra giugno 2018 e aprile 2019, sono stati selezionati 1.738 partecipanti, di cui 1.465 ( 84.3% ) iscritti. L'età media dei partecipanti era di 46.0 anni, 1.000 ( 68.3% ) erano uomini, 465 ( 31.7% ) erano donne e 1.195 ( 81.6% ) erano bianchi.

I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere Mirikizumab 250 mg per l'induzione e il mantenimento ( n=454, 31.0% ), Mirikizumab 250 mg per l'induzione e 125 mg per il mantenimento ( n=451, 30.8% ), Secukinumab 300 mg ( n=448, 30.6% ) o placebo seguito da Mirikizumab ( n=112, 7.6% ).

Le caratteristiche basali erano simili tra i gruppi di trattamento.

Alla settimana 16, 721 dei 905 partecipanti ( 79.7% ) nei gruppi di induzione con Mirikizumab 250 mg avevano un punteggio sPGA di 0 o 1 rispetto a 7 su 112 partecipanti ( 6.3% ) nel gruppo placebo ( P minore di 0.0001 per superiorità ).

Alla settimana 16, 673 dei 905 partecipanti ( 74.4% ) nei gruppi Mirikizumab avevano PASI 90 rispetto a 7 ( 6.3% ) nel gruppo placebo ( P minore di 0.0001 per superiorità ).

Gli eventi avversi emergenti dal trattamento sono stati segnalati con frequenza simile tra i gruppi di trattamento durante le settimane 0-52.

Sono stati segnalati 4 eventi avversi cardiovascolari maggiori nei gruppi Mirikizumab rispetto a nessuno nei gruppi placebo e Secukinumab fino alla settimana 16, con un infarto miocardico acuto fatale in un paziente trattato con Mirikizumab, che è stato considerato correlato al farmaco in studio.

Questo studio ha dimostrato la superiorità di Mirikizumab alla dose di 250 mg rispetto al placebo nei pazienti con psoriasi a placche da moderata a grave, con un profilo di sicurezza coerente con quello della classe IL-23.

Lo sponsor dello studio non sta perseguendo la licenza per Mirikizumab in questa popolazione di pazienti a causa di una strategia di sviluppo ridefinita con particolare attenzione alle indicazioni correlate al tratto gastrointestinale. ( Xagena2023 )

Papp K et al, Lancet Rheumatology 2023; 5: 542-552

Dermo2023 Farma2023



Indietro

Altri articoli

Le donne in postmenopausa in terapia ormonale hanno presentato una maggiore perdita di peso corporeo totale con Semaglutide fino a...


Dopo più di 20 anni di follow-up gli integratori di Calcio e di Vitamina-D hanno mostrato di ridurre la...


I sintomi vasomotori ( VMS ) colpiscono molte persone in postmenopausa e influiscono sul sonno e sulla qualità di vita. Una...


La prognosi dei pazienti con linfoma di Hodgkin sfavorevole allo stadio iniziale rimane insoddisfacente. Sono state valutate l'efficacia e la...


La malattia del trapianto contro l'ospite ( GVHD ) del tratto gastrointestinale ( GI ) è la principale causa di...


Trecondi, il cui principio attivo è Treosulfan, è un medicinale somministrato ai pazienti prima di un trapianto di midollo osseo...


La progressione del sistema nervoso centrale ( SNC ) o la recidiva è una complicanza rara ma devastante del linfoma...


La frattura dell’anca è la lesione più comune che richiede trattamento ospedaliero. Ci sono controversie riguardo all'uso del cemento osseo...


L’immunogenicità della vaccinazione contro il coronavirus 2 della sindrome respiratoria acuta grave ( SARS-CoV-2 ) è ridotta nei pazienti sottoposti...


Patritumab deruxtecan, o HER3-DXd, è un coniugato anticorpo-farmaco costituito da un anticorpo monoclonale completamente umano diretto al recettore 3 del...