Immunoterapia oncologica: Tecentriq per il tumore del polmone non-a-piccole cellule metastatico con progressione della malattia durante o dopo chemioterapia contenente Platino, approvato dalla FDA
L’ FDA ( Food and Drug Administration ) ha approvato Tecentriq ( Atezolizumab ) per il trattamento di persone con tumore del polmone non-a-piccole cellule ( NSCLC ) metastatico con progressione della malattia durante o dopo chemioterapia contenente Platino, e dopo una adeguata terapia mirata approvata dalla FDA se il tumore presenta mutazioni nel gene EGFR o riarrangiamenti in ALK.
L'approvazione si basa sui risultati degli studi randomizzati di fase III OAK e di fase II POPLAR.
Lo studio OAK ha mostrato un allungamento della sopravvivenza globale di 4.2 mesi in più con Atezolizumab, rispetto a quelli trattati con la chemioterapia a base di Docetaxel ( sopravvivenza globale mediana: 13.8 vs 9.6 mesi; hazard ratio, HR=0.74, IC 95%: 0.63, 0.87 ).
Sono state arruolate persone indipendentemente dal loro stato di espressione di PD-L1, e comprendeva entrambi i tipi istologici, squamoso e non-squamoso.
OAK è uno studio multicentrico, in aperto, randomizzato e controllato, che ha valutato l'efficacia e la sicurezza di Atezolizumab rispetto a Docetaxel in 1.225 persone con tumore NSCLC localmente avanzato o metastatico la cui malattia era progredita dopo precedente trattamento chemioterapico a base di Platino.
L’analisi primaria ha riguardato i primi 850 pazienti randomizzati.
I pazienti con malattia sia squamosa sia non-squamosa sono stati assegnati in modo casuale, in un rapporto 1 a 1, a ricevere Atezolizumab somministrato per via endovenosa al dosaggio di 1200 mg ogni 3 settimane oppure Docetaxel somministrato per via endovenosa alla dose di 75 mg/m2 ogni 3 settimane.
Gli endpoint co-primari erano la sopravvivenza globale in tutti i pazienti randomizzati ( popolazione ITT ) e in un sottogruppo selezionato in base all’espressione di PD-L1 nella popolazione dell’analisi primaria.
POPLAR è uno studio multicentrico, randomizzato, in aperto, che ha valutato l'efficacia e la sicurezza di Atezolizumab rispetto alla chemioterapia ( Docetaxel ) nelle persone con tumore NSCLC recidivato, localmente avanzato o metastatico, precedentemente trattato.
L'endpoint primario era la sopravvivenza globale; gli endpoint secondari comprendevano la sopravvivenza libera da progressione, il tasso di risposta obiettiva ( ORR ) e la sicurezza.
Gli effetti indesiderati più comuni ( maggiori o uguali al 20% ) nei pazienti con tumore polmonare metastatico non-a-piccole sono stati: affaticamento, diminuzione dell'appetito, dispnea, tosse, nausea, dolore muscolo-scheletrico, e costipazione.
Nove pazienti ( 6.3% ), che sono stati trattati con Atezolizumab hanno manifestato embolia polmonare ( 2 ), polmonite ( infezione polmonare ) ( 2 ), pneumotorace, ulcera emorragica, cachessia secondaria a disfagia, infarto miocardico, o ampia perforazione intestinale ad esito fatale.
Il trattamento con Atezolizumab è stato interrotto per reazioni avverse nel 4% ( 6 ) dei 142 pazienti.
Atezolizumab è un anticorpo monoclonale disegnato per legarsi a una proteina chiamata PD-L1 ( ligando 1 della morte programmata ), che è espresso sulle cellule tumorali e sulle cellule immunitarie infiltranti il tumore.
PD-L1 interagisce con PD-1 e B7.1, entrambi presenti sulla superficie delle cellule T, provocando inibizione delle cellule T. Bloccando questa interazione, Atezolizumab può consentire l'attivazione delle cellule T, ripristinando la loro capacità di rilevare le cellule tumorali e di attaccarle in modo efficace. ( Xagena2016 )
Fonte: Roche, 2016
Onco2016 Pneumo2016 Farma2016
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