Secondi tumori primari con terapia a base di Lenalidomide per mieloma di nuova diagnosi: ruolo degli agenti alchilanti
Lenalidomide ( Revlimid ) è stata associata allo sviluppo di secondi tumori primari nel mieloma.
È stato condotto uno studio per aggregare e analizzare i dati disponibili per confrontare l’incidenza di secondi tumori primari in pazienti con e senza esposizione a Lenalidomide.
L’analisi della letteratura ha permesso di identificare gli studi randomizzati, controllati, e di fase 3 che avevano reclutato pazienti con nuova diagnosi di mieloma multiplo nel periodo 2000-2012, e nei quali almeno un gruppo di pazienti aveva ricevuto Lenalidomide.
Grazie alla collaborazione diretta con gli autori degli studi eleggibili, sono stati ottenuti dati individuali per i pazienti ( età, sesso, data della diagnosi, trattamento di assegnazione e trattamento ricevuto, durata del trattamento e causa della sospensione, trattamento di mantenimento, data della prima recidiva, data della diagnosi di seconda neoplasia primaria, tipo di seconda neoplasia primaria, data del decesso o dell’ultimo contatto e causa del decesso ).
Gli esiti primari erano incidenza cumulativa di tutte le seconde neoplasie primarie, delle seconde neoplasie primarie solide e delle seconde neoplasie primarie ematologiche.
I dati sono stati analizzati mediante meta-analisi one-step.
Sono stati identificati 9 studi eleggibili, 7 dei quali avevano dati disponibili per un totale di 3254 pazienti.
Di questi pazienti, 3218 avevano ricevuto trattamento ( 2620 Lenalidomide e 598 non-Lenalidomide ) e sono stati inclusi nella analisi.
L’ incidenza cumulativa di tutti i secondi tumori primari a 5 anni è stata pari a 6.9% nei pazienti che avevano ricevuto Lenalidomide e 4.8% in quelli che non avevano ricevuto tale farmaco ( hazard ratio [ HR ] 1.55; p=0.037 ).
L’incidenza cumulativa a 5 anni di secondi tumori primari solidi è stata pari a 3.8% nei pazienti trattati con Lenalidomide e 3.4% in quelli non-trattati con Lenalidomide ( HR=1.1; p=0.72 ) e quelle di secondi tumori primari ematologici sono state. Rispettivamente, pari a 3.1% e 1.4% ( HR=3.8; p=0.029 ).
L’esposizione a Lenalidomide più Melfalan ( Alkeran ) orale ha aumentato in modo significativo il rischio di secondi tumori primari ematologici versus il solo Melfalan ( HR=4.86; p inferiore a 0.0001 ).
L’esposizione a Lenalidomide più Ciclofosfamide ( HR=1.26; p=0.75 ) o Lenalidomide più Desametasone ( HR=0.86; p=0.76 ) non ha incrementato il rischio di secondo tumore primario ematologico versus il solo Melfalan.
In conclusione, i pazienti con nuova diagnosi di mieloma che hanno ricevuto Lenalidomide hanno mostrato un aumento del rischio di sviluppare secondi tumori primari ematologici, soprattutto a causa delle strategie di trattamento che hanno incluso una combinazione di Lenalidomide e Melfalan per os.
Questi risultati suggeriscono che strategie di trattamento alternative, come Ciclofosfamide o combinazioni senza agenti alchilanti, dovrebbero essere prese in considerazione rispetto a Melfalan orale in combinazione con Lenalidomide per il mieloma. ( Xagena2014 )
Palumbo A et al, Lancet Oncol 2014; 15: 333-342
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