FDA: Imbruvica approvato per il trattamento di prima linea della leucemia linfatica cronica
La FDA ( Food and Drug Administration ) ha approvato Imbruvica ( Ibrutinib ) come trattamento di prima linea per i pazienti con leucemia linfatica cronica ( LLC ).
L'approvazione si basa sui dati dello studio randomizzato, multicentrico, di fase 3, in aperto. RESONATE-2, che ha valutato l'uso di Ibrutinib verso Clorambucile in 269 pazienti naïve al trattamento con leucemia linfatica cronica o linfoma linfocitico a piccole cellule ( SLL ) di età uguale o superiore ai 65 anni.
I dati RESONATE-2 erano stati in precedenza presentati al Meeting dell’American Society of Hematology ( ASH ) nel dicembre 2015, e pubblicati contemporaneamente sul The New England Journal of Medicine ( NEJM ).
La prevalenza della leucemia linfatica cronica è di circa 115.000 pazienti negli Stati Uniti; ogni anni si hanno circa 15.000 nuove diagnosi.
La leucemia linfatica cronica è una malattia dei pazienti anziani; età media di 71.3 alla diagnosi
Imbruvica è ora approvato per il trattamento dei pazienti affetti da leucemia linfatica cronica, indipendentemente dalla loro storia di trattamento ( pazienti naïve o pazienti precedentemente trattati ).
Inoltre, Imbruvica è approvato per il trattamento dei pazienti affetti da leucemia linfatica cronica ad alto rischio con del 17p, un’aberrazione genetica che si verifica quando una parte del cromosoma 17, dove è posizionato il gene soppressore di tumore p53, viene persa o cancellata.
Ibrutinib prolunga significativamente la sopravvivenza libera da progressione ( PFS, endpoint primario ), riducendo il rischio di progressione o morte dell'84% rispetto al Clorambucile ( hazard ratio, HR = 0.161 [ intervallo di confidenza 95%: 0.091 , 0.283 ]; PFS mediana: non-raggiunta per Ibrutinib contro 18.9 mesi [ IC 95%: 14.1, 22.0 ] per il Clorambucile )
Imbruvica è stato anche associato a un significativamente più alto tasso di risposta globale ( ORR: un composito di risposte complete e parziali; 82.4% vs 35.3%; P inferiore a 0.0001 ) rispetto a Clorambucile.
.
Cinque pazienti ( 3.7% ) nel braccio Imbruvica hanno ottenuto una risposta completa, rispetto a due pazienti ( 1.5% ) nel braccio Clorambucile.
La sicurezza di Ibrutinib in questa popolazione di pazienti è stata coerente con gli studi precedentemente riportati.
Ibrutinib può causare: emorragia, infezioni, citopenia, fibrillazione atriale, ipertensione, neoplasie secondarie, tossicità embrio-fetale e sindrome da lisi tumorale.
I più comuni eventi avversi di tutti i gradi tra i pazienti affetti da leucemia linfatica cronica trattati con Ibrutinib nello studio RESONATE-2 ( con una incidenza superiore al 20% ) sono stati: diarrea, dolore muscolo-scheletrico, tosse e rash.
RESONATE-2 è uno studio che ha arruolato 269 pazienti naïve al trattamento con leucemia linfatica cronica o linfoma linfocitico a piccole cellule di età uguale o superiore ai 65 anni.
I pazienti sono stati randomizzati a ricevere Ibrutinib 420 mg per via orale, una volta al giorno fino a progressione o tossicità inaccettabile, oppure Clorambucile nei giorni 1 e 15 di ogni ciclo di 28 giorni per un massimo di 12 cicli.
La dose iniziale per Clorambucile nel ciclo 1 era di 0.5 mg/kg ed è stata aumentata sulla base della tollerabilità nel ciclo 2 con incrementi di 0.1 mg/kg a un massimo di 0.8 mg/kg.
L'endpoint primario dello studio era la sopravvivenza libera da progressione; gli endpoint secondari comprendevano: tasso di risposta globale, sopravvivenza globale e sicurezza.
Ibrutinib è il capostipite degli inibitori BTK ( tirosin-chinasi di Bruton ). BTK è una molecola di segnalazione chiave nel complesso di segnalazione del recettore delle cellule B, e ha un ruolo importante nella sopravvivenza e diffusione delle cellule B maligne.
Ibrutinib blocca i segnali che inducono le cellule B maligne a moltiplicarsi e a diffondere in maniera incontrollata. ( Xagena2016 )
Fonte: Abbvie 2016
Onco2016 Emo2016 Farma2016
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