Ibrutinib contro Ofatumumab nella leucemia linfatica cronica trattata in precedenza


Nei pazienti con leucemia linfatica cronica ( CLL ) o piccolo linfoma linfocitico ( SLL ), una breve durata della risposta alla terapia o anomalie citogenetiche negative sono associate a una prognosi peggiore.

È stata valutata l'efficacia di Ibrutinib ( Imbruvica ), un inibitore covalente della tirosin chinasi di Bruton, nei pazienti a rischio di un esito sfavorevole.

In questo studio multicentrico, in aperto, di fase 3, 391 pazienti con leucemia linfatica cronica o piccolo linfoma linfocitico. recidivanti o refrattari, sono stati assegnati in modo casuale a ricevere Ibrutinib giornaliero o l'anticorpo anti-CD20 Ofatumumab ( Arzerra ).

L'endpoint primario era la durata della sopravvivenza libera da progressione, con la durata della sopravvivenza globale e il tasso di risposta globale come endpoint secondari.

A un follow-up medio di 9.4 mesi Ibrutinib ha migliorato significativamente la sopravvivenza libera da progressione.
La durata media non è stata raggiunta nel gruppo Ibrutinib ( con un tasso di sopravvivenza libera da progressione dell’88% a 6 mesi ), rispetto a una media di 8.1 mesi nel gruppo Ofatumumab ( hazard ratio per progressione o morte nel gruppo Ibrutinib, HR=0.22, P minore di 0.001 ).

Ibrutinib ha anche migliorato in modo significativo la sopravvivenza generale ( hazard ratio per la mortalità, HH=0.43, P=0.005 ).

A 12 mesi, il tasso di sopravvivenza globale è stato del 90% nel gruppo Ibrutinib e dell’81% nel gruppo Ofatumumab.

Il tasso di risposta globale è risultato significativamente più alto nel gruppo Ibrutinib rispetto al gruppo Ofatumumab ( 42.6% vs 4.1%, P minore di 0.001 ).

Un ulteriore 20% dei pazienti trattati con Ibrutinib ha avuto una risposta parziale con linfocitosi.

Effetti simili sono stati osservati indipendentemente dal fatto che i pazienti avessero una delezione cromosomica 17p13.1 o resistenza agli analoghi delle purine.

Gli eventi avversi non-ematologici più frequenti sono stati diarrea, affaticamento, piressia, nausea nel gruppo Ibrutinib e fatica, reazioni correlate all'infusione e tosse nel gruppo Ofatumumab.

In conclusione, Ibrutinib, rispetto a Ofatumumab, ha migliorato in modo significativo la sopravvivenza libera da progressione, la sopravvivenza globale e il tasso di risposta tra i pazienti con leucemia linfatica cronica o piccolo linfoma linfocitico, trattati in precedenza. ( Xagena 2014 )

Byrd JC et al, N Engl J Med 2014;371:213-223

Emo2014 Farma2014


Indietro

Altri articoli

Si è determinato se Blinatumomab ( Blincyto ) sia efficace come alternativa alla chemioterapia intensiva di prima linea con risparmio...


Molti pazienti affetti da leucemia linfatica cronica ( CLL ) svilupperanno resistenza al trattamento agli inibitori della tirosin-chinasi di Bruton...


Enasidenib ( Idhifa) è un inibitore dell'isocitrato deidrogenasi 2 ( IDH2 ) approvato per il trattamento dei pazienti con leucemia...



L'insufficienza molecolare nella leucemia mieloide acuta ( AML ) con mutazione NPM1 progredisce inevitabilmente fino a una recidiva franca se...


In precedenza sono stati segnalati alti tassi di malattia minima residua non-rilevabile inferiore a 10-4 ( uMRD4 ) con Ibrutinib...


La Commissione Europea ( CE ) ha approvato Inaqovi ( Decitabina e Cedazuridina, per via orale ) come monoterapia per...


Pivekimab sunirine è un coniugato anticorpo-farmaco di prima classe comprendente un anticorpo CD123 ad alta affinità, un linker scindibile e...


La terapia con cellule CAR-T, Idecabtagene vicleucel ( Ide-cel; Abecma ), ha mostrato un miglioramento significativo della sopravvivenza libera da...


La maggior parte dei pazienti affetti da leucemia linfatica cronica progredisce dopo il trattamento o il ritrattamento con terapia mirata...