Imatinib nei pazienti con leucemia linfoide acuta Philadelphia-positiva resistente al trattamento o recidivante


La traslocazione ( 9;22 ) da origine alle proteine tirosin chinasi p190 ( Bcr-Abl ) e p210 ( Bcr-Abl ), ritenute essere alla base della trasformazione leucemica.
I pazienti con leucemia acuta Philadelphia-positiva ( Ph+ ) , che non rispondono all’iniziale terapia di induzione , presentano una prognosi sfavorevole.
L’Imatinib ( Glivec in Italia , Gleevec in Usa ) è un inibitore della tirosin chinasi Bcr-Abl , che viene assunto per os.
Uno studio clinico di fase II è stato compiuto su 56 pazienti con leucemia linfoblastica acuta Ph+ resistente o recidivante ( n = 48 ) , o con leucemia mieloide cronica in crisi blastica di tipo linfoide ( n = 8 ).
L’Imatinib è stato somministrato una volta al giorno a 400 mg o 800 mg.
L’Imatinib ha indotto una completa risposta ematologica e midollare nel 29% dei pazienti con leucemia linfoblastica acuta ( risposta ematologica completa , 19% ; risposta midollare completa , 10% ) , che è risultata sostenuta per 4 settimane nel 6% dei pazienti.
Il tempo alla progressione e la sopravvivenza totale per i pazienti con leucemia linfoblastica acuta sono stati in media di 2,2 e 4,9 mesi, rispettivamente.
La risposta ematologica completa si è avuta in 3 ( 38% ) pazienti con leucemia mieloide cronica in crisi blastica di tipo linfoide , di cui una risposta sostenuta.
La tossicità non ematologica, associata al trattamento , di grado 3 o 4 è stata osservata nel 9% dei pazienti. Tuttavia nessuno dei pazienti ha interrotto la terapia per il presentarsi delle reazioni avverse non ematologiche. La neutropenia e la trombocitopenia di grado 4 si sono presentate nel 54% e nel 27% dei pazienti , rispettivamente.
La terapia con Imatinib ha prodotto una percentuale di risposta ematologica clinicamente rilevante nei pazienti con leucemia linfoide acuta Ph+ resistente o recidivante , ma si è instaurata rapidamente resistenza con successiva progressione della malattia ( Xagena2002 )

Ottmann OG et al , Blood 2002 ; 100 : 1965-1971


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