Implicazioni cliniche delle mutazioni del gene tumorale nei pazienti con leucemia linfatica cronica trattati con Lenalidomide


La Lenalidomide ( Revlimid ) è clinicamente attiva nella leucemia linfatica cronica ( CLL ), ma la sua efficacia nel contesto mutazionale della CLL non è nota.
È stato eseguito un sequenziamento mirato di 295 geni tumorali in campioni da 102 pazienti con leucemia linfatica cronica con malattia naïve al trattamento ( pazienti TN ) e 186 pazienti con leucemia linfatica cronica con malattia recidivante / refrattaria ( pazienti R/R ), trattati con terapia a base di Lenalidomide.

Il gene più frequentemente mutato era SF3B1 ( 15% ), seguito da NOTCH1 ( 14% ) e TP53( 14% ), con pazienti R/R con mutazioni TP53 significativamente superiori rispetto ai pazienti TN.

Tra tutti i pazienti trattati con Lenalidomide, del(17p) ( P minore o uguale a 0.001 ), del(11q) ( P=0.032 ), e cariotipo complesso ( P=0.022 ), insieme a mutazioni in TP53 ( P minore o uguale a 0.001 ), KRAS ( P=0.034 ) e DDX3X ( P minore o uguale a 0.001 ), sono stati associati a una risposta generale peggiore.

I pazienti R/R con mutazioni di SF3B1 e MGA presentavano una risposta generale significativamente peggiore ( rispettivamente P=0.025 e 0.035 ).

I pazienti TN e R/R con mutazioni del(17p) e TP53 presentavano una sopravvivenza generale ( OS ) e una sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) peggiori.

Nei pazienti R/R, il cariotipo complesso e le mutazioni di SF3B1 sono stati associati a sopravvivenza globale e sopravvivenza libera da rogressione peggiori; le mutazioni di DDX3X sono state associate a una sopravvivenza senza progressione peggiore.

Le aberrazioni di TP53, cioè del(17p), mutazione di TP53, o entrambe, insieme a cariotipo complesso e mutazioni di SF3B1, sono state associate a una sopravvivenza globale peggiore nella coorte R/R.

  Nel loro insieme, le mutazioni del gene tumorale nella leucemia linfatica cronica contribuiscono alla stratificazione del rischio già comprensiva e si aggiungono alla prognosi e alla risposta al trattamento. ( Xagena2018 )

Takahashi K et al, Blood 2018; 131: 1820-1832

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