Ivosidenib e Azacitidina nella leucemia mieloide acuta con mutazione IDH1
La combinazione di Ivosidenib ( Tibsovo ), un inibitore dell'isocitrato deidrogenasi 1 ( IDH1 ) mutante, e Azacitidina ha mostrato un'attività clinica incoraggiante in uno studio di fase 1b che ha coinvolto pazienti con leucemia mieloide acuta con mutazione IDH1 di nuova diagnosi.
In uno studio di fase 3, sono stati assegnati in modo casuale i pazienti con leucemia mieloide acuta con mutazione IDH1 di nuova diagnosi che non erano idonei per la chemioterapia di induzione intensiva a ricevere Ivosidenib orale ( 500 mg una volta al giorno ) e Azacitidina per via sottocutanea o endovenosa ( 75 mg per metro quadrato di superficie corporea per 7 giorni in cicli di 28 giorni ) o a ricevere placebo abbinato e Azacitidina.
L'endpoint primario era la sopravvivenza libera da eventi, definita come il tempo dalla randomizzazione fino al fallimento del trattamento ( cioè, il paziente non ha avuto una remissione completa entro la settimana 24 ), la recidiva dalla remissione o la morte per qualsiasi causa, a seconda di quale si verificasse prima.
La popolazione intention-to-treat ha compreso 146 pazienti: 72 nel gruppo Ivosidenib e Azacitidina e 74 nel gruppo placebo e Azacitidina.
A un follow-up mediano di 12.4 mesi, la sopravvivenza libera da eventi è stata significativamente più lunga nel gruppo Ivosidenib e Azacitidina rispetto al gruppo placebo e Azacitidina ( hazard ratio per fallimento del trattamento, recidiva dalla remissione o morte, 0.33; P=0.002 ).
La probabilità stimata che un paziente rimanesse libero da eventi a 12 mesi è stata del 37% nel gruppo Ivosidenib e Azacitidina e del 12% nel gruppo placebo e Azacitidina.
La sopravvivenza globale mediana è stata di 24.0 mesi con Ivosidenib e Azacitidina e 7.9 mesi con placebo e Azacitidina ( hazard ratio per la morte, 0.44; P=0.001 ).
Eventi avversi comuni di grado 3 o superiore hanno incluso neutropenia febbrile ( 28% con Ivosidenib e Azacitidina e 34% con placebo e Azacitidina ) e neutropenia ( 27% e 16%, rispettivamente ); l'incidenza di eventi emorragici di qualsiasi grado è stata rispettivamente del 41% e del 29%.
L'incidenza di infezioni di qualsiasi grado è stata del 28% con Ivosidenib e Azacitidina e del 49% con placebo e Azacitidina.
La sindrome di differenziazione di qualsiasi grado si è verificata nel 14% dei pazienti trattati con Ivosidenib e Azacitidina e nell'8% di quelli trattati con placebo e Azacitidina.
Ivosidenib e Azacitidina hanno mostrato un beneficio clinico significativo rispetto al placebo e all'Azacitidina in questa popolazione difficile da trattare.
Neutropenia febbrile e infezioni sono state meno frequenti nel gruppo Ivosidenib e Azacitidina rispetto al gruppo placebo e Azacitidina, mentre neutropenia e sanguinamento sono state più frequenti nel gruppo Ivosidenib e Azacitidina. ( Xagena2022 )
Montesinos P et al, N Engl J Med 2022; 386: 1519-1531
Emo2020 Onco2022 Farma2022
Indietro
Altri articoli
Blinatumomab per il trattamento di prima linea di bambini e giovani affetti da leucemia linfoblastica acuta a cellule B
Si è determinato se Blinatumomab ( Blincyto ) sia efficace come alternativa alla chemioterapia intensiva di prima linea con risparmio...
Venetoclax, Umbralisib e Ublituximab con risposta adattata e limitata nel tempo per la leucemia linfatica cronica recidivante / refrattaria
Molti pazienti affetti da leucemia linfatica cronica ( CLL ) svilupperanno resistenza al trattamento agli inibitori della tirosin-chinasi di Bruton...
Enasidenib e aggiunta di Azacitidina adattata al rischio nella leucemia mieloide acuta con mutazione IDH2 di nuova diagnosi
Enasidenib ( Idhifa) è un inibitore dell'isocitrato deidrogenasi 2 ( IDH2 ) approvato per il trattamento dei pazienti con leucemia...
Basso tasso di mortalità non-dovuta a recidiva nei bambini di età inferiore a 4 anni affetti da leucemia linfoblastica acuta sottoposti a condizionamento chemioterapico per trapianto allogenico di cellule staminali: studio FORUM
Il trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche ( HSCT ) è altamente efficace nel trattamento della leucemia linfoblastica acuta (...
Terapia a bassa intensità basata su Venetoclax nel fallimento molecolare della leucemia mieloide acuta con mutazione NPM1
L'insufficienza molecolare nella leucemia mieloide acuta ( AML ) con mutazione NPM1 progredisce inevitabilmente fino a una recidiva franca se...
Follow-up a 5 anni di uno studio di fase 2 su Ibrutinib più Fludarabina, Ciclofosfamide e Rituximab come terapia iniziale nella leucemia linfatica cronica
In precedenza sono stati segnalati alti tassi di malattia minima residua non-rilevabile inferiore a 10-4 ( uMRD4 ) con Ibrutinib...
Inaqovi, combinazione orale di Decitabina e di Cedazuridina, per il trattamento degli adulti con leucemia mieloide acuta di nuova diagnosi. La Commissione Europea ha approvato
La Commissione Europea ( CE ) ha approvato Inaqovi ( Decitabina e Cedazuridina, per via orale ) come monoterapia per...
Pivekimab sunirine, un nuovo anticorpo-farmaco coniugato anti-CD123, nella leucemia mieloide acuta recidivante o refrattaria
Pivekimab sunirine è un coniugato anticorpo-farmaco di prima classe comprendente un anticorpo CD123 ad alta affinità, un linker scindibile e...
Venetoclax e la combinazione orale di Decitabina più Cedazuridina nei pazienti con sindromi mielodisplastiche ad alto rischio o leucemia mielomonocitica cronica
La terapia con cellule CAR-T, Idecabtagene vicleucel ( Ide-cel; Abecma ), ha mostrato un miglioramento significativo della sopravvivenza libera da...
Attività di Venetoclax nei pazienti con leucemia linfatica cronica recidivante o refrattaria: studio VENICE-1
La maggior parte dei pazienti affetti da leucemia linfatica cronica progredisce dopo il trattamento o il ritrattamento con terapia mirata...