L’aumentato indice BMI è correlato con un più alto rischio di recidiva della malattia e sindrome da differenziazione nei pazienti con leucemia promielocitica acuta trattati con protocolli AIDA


L’obiettivo di uno studio è stato quello di esaminare se l'indice di massa corporea ( BMI ) è correlato con distinti esiti nella leucemia promielocitica acuta di nuova diagnosi.

La popolazione dello studio comprendeva 144 pazienti con leucemia promielocitica acuta di nuova diagnosi e geneticamente confermata, trattati presso una singola istituzione.

Tutti i pazienti hanno ricevuto Acido Retinoico tutto-trans ( ATRA ) e Idarubicina ( Zavedos ) secondo i protocolli GIMEMA AIDA-0493 e AIDA-2000.

Gli esiti stimati secondo l’indice BMI sono stati ottenuti con l'analisi multivariata per il rischio di recidiva e sindrome da differenziazione.

Un totale di 54 ( 37.5% ) pazienti era sottopeso o aveva un peso normale ( BMI inferiore a 25 ), mentre 90 ( 62.5% ) erano in sovrappeso o obesi ( BMI superiore o uguale a 25 ).

Un più alto indice BMI era associato a un’età più avanzata ( P minore di 0.0001 ) e al sesso maschile ( P=0.02 ).

L’indice BMI è risultato essere il più potente predittore di sindrome da differenziazione nell'analisi multivariata ( odds ratio, OR=7.24; P=0.014 ).

Dopo un follow-up mediano di 6 anni, l'incidenza cumulativa stimata di recidiva a 5 anni è stata del 31.6% per i pazienti in sovrappeso o obesi e dell’11.2% nei pazienti sottopeso o con peso normale ( P=0.029 ).

L'analisi multivariata ha mostrato che l’indice BMI era un predittore indipendente di recidiva ( hazard ratio, HR=2.45 nei pazienti in sovrappeso o obesi versus sottopeso o con peso normale, P=0.049 ).

In conclusione un maggiore indice BMI al momento della diagnosi è risultato associato a un rischio maggiore di sviluppare sindrome da differenziazione e recidiva della malattia nei pazienti affetti da leucemia promielocitica acuta trattati con protocolli AIDA. ( Xagena2012 )

Breccia M et al, Blood 2012; 119: 49-54


Emo2012 Endo2012



Indietro

Altri articoli

Si è determinato se Blinatumomab ( Blincyto ) sia efficace come alternativa alla chemioterapia intensiva di prima linea con risparmio...


Molti pazienti affetti da leucemia linfatica cronica ( CLL ) svilupperanno resistenza al trattamento agli inibitori della tirosin-chinasi di Bruton...


Enasidenib ( Idhifa) è un inibitore dell'isocitrato deidrogenasi 2 ( IDH2 ) approvato per il trattamento dei pazienti con leucemia...



L'insufficienza molecolare nella leucemia mieloide acuta ( AML ) con mutazione NPM1 progredisce inevitabilmente fino a una recidiva franca se...


In precedenza sono stati segnalati alti tassi di malattia minima residua non-rilevabile inferiore a 10-4 ( uMRD4 ) con Ibrutinib...


La Commissione Europea ( CE ) ha approvato Inaqovi ( Decitabina e Cedazuridina, per via orale ) come monoterapia per...


Pivekimab sunirine è un coniugato anticorpo-farmaco di prima classe comprendente un anticorpo CD123 ad alta affinità, un linker scindibile e...


La terapia con cellule CAR-T, Idecabtagene vicleucel ( Ide-cel; Abecma ), ha mostrato un miglioramento significativo della sopravvivenza libera da...


La maggior parte dei pazienti affetti da leucemia linfatica cronica progredisce dopo il trattamento o il ritrattamento con terapia mirata...