Ridotta espressione di CD62L sulle cellule T e aumentati livelli di CD62L solubili predicono la risposta molecolare alla terapia con inibitore della tirosin-chinasi nella leucemia mieloide cronica in prima fase cronica
La sorveglianza immunologica della malattia minima residua nella leucemia mieloide cronica ( CML ) può essere rilevante per il controllo a lungo termine o la cura della leucemia mieloide cronica.
Si sa poco sugli effetti immuno-modulatori di Nilotinib ( Tasigna ) in vivo, che potenzialmente predicono la risposta alla terapia.
Un programma prospettico e completo di immunomonitoraggio a base di citometria a flusso e lo studio clinico ENEST1st hanno esaminato 52 pazienti naive a Nilotinib con leucemia mieloide cronica in fase cronica.
Le cellule T di pazienti con leucemia mieloide cronica alla diagnosi hanno espresso bassi livelli di selectina-L ( CD62L ), che non erano un risultato di aberrazioni proporzionali dei sottoinsiemi di cellule T.
Un basso numero di cellule T CD4+ e CD8+ che esprimono CD62L è risultato correlato con un più alto punteggio Sokal, aumento delle dimensioni della milza e alta conta leucocitaria e conta dei blasti del sangue periferico.
Al sesto mese durante la terapia con Nilotinib, l’espressione di CD62L è tornata ai livelli degli individui sani. Il livello di perdita di CD62L sui linfociti T è risultato direttamente correlato con il grado di elevazione di CD62L solubile ( sCD62L ).
In parallelo, l'attività proteolitica dell’enzima di conversione del fattore di necrosi tumorale alfa ( TACE; ADAM17, CD156b ), la metalloproteinasi che media lo shedding di CD62L, è aumentata alla diagnosi ed è significativamente diminuita durante il trattamento con Nilotinib.
Alta espressione di CD62L+ sia sulle cellule T CD4+ che sulle cellule T CD8+ e, viceversa, bassi livelli sCD62L alla diagnosi di leucemia mieloide cronica erano correlati a risposte molecolari superiori.
Questi risultati sono stati confermati in coorti di validazione indipendenti.
In conclusione, è stato dimostrato l'impatto prognostico dello shedding di CD62L da parte delle cellule T e l’aumento dei livelli plasmatici di sCD62L alla diagnosi di leucemia mieloide cronica sulla risposta molecolare alla terapia con inibitore della tirosin-chinasi nella leucemia mieloide cronica all'inizio della fase cronica.
Funzionalmente, diminuiti livelli di CD62L possono essere una conseguenza di un maggiore clivaggio di CD62L TACE-mediato e danneggiare potenzialmente la funzione immunitaria delle cellule.
Sono in corso più grandi studi prospettici per confermare la rilevanza prognostica di questo risultato. ( Xagena2017 )
Sopper S et al, J Clin Oncol 2017; 35: 175-184
Emo2017 Onco2017 Farma2017
Indietro
Altri articoli
Blinatumomab per il trattamento di prima linea di bambini e giovani affetti da leucemia linfoblastica acuta a cellule B
Si è determinato se Blinatumomab ( Blincyto ) sia efficace come alternativa alla chemioterapia intensiva di prima linea con risparmio...
Venetoclax, Umbralisib e Ublituximab con risposta adattata e limitata nel tempo per la leucemia linfatica cronica recidivante / refrattaria
Molti pazienti affetti da leucemia linfatica cronica ( CLL ) svilupperanno resistenza al trattamento agli inibitori della tirosin-chinasi di Bruton...
Enasidenib e aggiunta di Azacitidina adattata al rischio nella leucemia mieloide acuta con mutazione IDH2 di nuova diagnosi
Enasidenib ( Idhifa) è un inibitore dell'isocitrato deidrogenasi 2 ( IDH2 ) approvato per il trattamento dei pazienti con leucemia...
Basso tasso di mortalità non-dovuta a recidiva nei bambini di età inferiore a 4 anni affetti da leucemia linfoblastica acuta sottoposti a condizionamento chemioterapico per trapianto allogenico di cellule staminali: studio FORUM
Il trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche ( HSCT ) è altamente efficace nel trattamento della leucemia linfoblastica acuta (...
Terapia a bassa intensità basata su Venetoclax nel fallimento molecolare della leucemia mieloide acuta con mutazione NPM1
L'insufficienza molecolare nella leucemia mieloide acuta ( AML ) con mutazione NPM1 progredisce inevitabilmente fino a una recidiva franca se...
Follow-up a 5 anni di uno studio di fase 2 su Ibrutinib più Fludarabina, Ciclofosfamide e Rituximab come terapia iniziale nella leucemia linfatica cronica
In precedenza sono stati segnalati alti tassi di malattia minima residua non-rilevabile inferiore a 10-4 ( uMRD4 ) con Ibrutinib...
Inaqovi, combinazione orale di Decitabina e di Cedazuridina, per il trattamento degli adulti con leucemia mieloide acuta di nuova diagnosi. La Commissione Europea ha approvato
La Commissione Europea ( CE ) ha approvato Inaqovi ( Decitabina e Cedazuridina, per via orale ) come monoterapia per...
Pivekimab sunirine, un nuovo anticorpo-farmaco coniugato anti-CD123, nella leucemia mieloide acuta recidivante o refrattaria
Pivekimab sunirine è un coniugato anticorpo-farmaco di prima classe comprendente un anticorpo CD123 ad alta affinità, un linker scindibile e...
Venetoclax e la combinazione orale di Decitabina più Cedazuridina nei pazienti con sindromi mielodisplastiche ad alto rischio o leucemia mielomonocitica cronica
La terapia con cellule CAR-T, Idecabtagene vicleucel ( Ide-cel; Abecma ), ha mostrato un miglioramento significativo della sopravvivenza libera da...
Attività di Venetoclax nei pazienti con leucemia linfatica cronica recidivante o refrattaria: studio VENICE-1
La maggior parte dei pazienti affetti da leucemia linfatica cronica progredisce dopo il trattamento o il ritrattamento con terapia mirata...