Tibsovo a base di Ivosidenib nella leucemia mieloide acuta e nel colangiocarcinoma, con mutazione IDH1. Approvazione in Europa


La Commissione Europea ( CE ) ha approvato Tibsovo ( Ivosidenib ) in compresse come terapia mirata in due indicazioni: in associazione con Azacitidina per il trattamento dei pazienti adulti con leucemia mieloide acuta di nuova diagnosi con una mutazione dell'isocitrato deidrogenasi-1 ( IDH1 ) che non sono idonei a ricevere la chemioterapia di induzione standard; e in monoterapia per il trattamento dei pazienti adulti con colangiocarcinoma ( CCA ) localmente avanzato o metastatico con una mutazione ( IDH1 ) che sono stati precedentemente trattati con almeno una linea di terapia sistemica.

Ivosidenib è il primo e unico inibitore di IDH1 approvato in Europa. Ha ricevuto la designazione di farmaco orfano, riconoscendo il significativo beneficio apportato ai pazienti da Ivosidenib rispetto alle terapie disponibili sia per il colangiocarcinoma che per la leucemia mieloide acuta.

Leucemia mieloide acuta

L'approvazione di Tibsovo da parte della Commissione Europea per la leucemia mieloide acuta si basa sui dati di AGILE, uno studio clinico globale di fase 3, multicentrico, in doppio cieco, randomizzato e controllato con placebo, pubblicato sulla rivista The New England Journal of Medicine ( NEJM ).

I risultati hanno dimostrato un miglioramento statisticamente significativo della sopravvivenza libera da eventi ( EFS ) ( hazard ratio [ HR ] 0,33; IC 95% [ 0,16, 0,69 ] ) e della sopravvivenza globale ( OS ) ( HR 0,44; IC 95% [ 0,27, 0,73 ] ) in associazione con Azacitidina rispetto ad Azacitidina più placebo nei pazienti con leucemia mieloide acuta in presenza di una mutazione di IDH1 trattati con Ivosidenib, non-elegibili a chemioterapia target.
La sopravvivenza globale mediana ( IC 95% ) per Ivosidenib più Azacitidina e placebo più Azacitidina è stata, rispettivamente, pari a 24,0 ( 11,3, 34,1 ) e 7,9 ( 4,1, 11,3 ) mesi.
Oltre all'endpoint primario di sopravvivenza libera da eventi, lo studio ha raggiunto tutti i principali endpoint secondari, tra cui il tasso di remissione completa ( CR ), la sopravvivenza globale ( OS ) e il tasso di remissione completa con recupero ematologico parziale ( CRh ), nonché il tasso di risposta obiettiva ( ORR ).
Le reazioni avverse più comuni sono state: vomito, neutropenia, trombocitopenia, prolungamento del QT all'ECG ( elettrocardiogramma ) e insonnia.

La leucemia mieloide acuta è un tumore del sangue e del midollo osseo caratterizzato da una rapida progressione della malattia.
È la leucemia acuta più comune negli adulti e colpisce 5/100.000 abitanti in Europa, cioè più di 20.000 persone ogni anno.
Il tasso di sopravvivenza a 2 anni dei pazienti con leucemia mieloide acuta di 75 anni è inferiore al 10%.

Colangiocarcinoma

L'approvazione di Tibsovo della Commissione Europea per il colangiocarcinoma è supportata dai dati dello studio ClarIDHy, il primo e unico studio randomizzato di fase 3 per il colangiocarcinoma con mutazione IDH1 precedentemente trattato.

I risultati dello studio ClarIDHy hanno dimostrato un miglioramento statisticamente significativo dell'endpoint primario della sopravvivenza libera da progressione da parte di un Comitato di revisione indipendente ( HR 0,37; IC 95% [ 0,25, 0,54 ], p minore di 0,001 ).
La sopravvivenza mediana libera da progressione ( IC 95% ) per Ivosidenib e placebo è stata rispettivamente di 2,7 ( 1,6, 4,2 ) e 1,4 ( 1,4, 1,6 ) mesi.
Il 32% e il 22% dei pazienti randomizzati a Ivosidenib sono rimasti liberi da progressione o morte, rispettivamente, a 6 e 12 mesi, contro nessuno nel braccio placebo.
Le reazioni avverse più comuni sono state: affaticamento, nausea, dolore addominale, diarrea, diminuzione dell'appetito, ascite, vomito, anemia e eruzione cutanea.

Il colangiocarcinoma, un tumore dei dotti biliari, è un tumore raro e aggressivo, spesso correlato a una storia medica come la cirrosi o un'infezione epatica.
Il colangiocarcinoma colpisce 1-3 persone su 100.000 in Europa, con circa 10.000 nuovi casi ogni anno.
Il tasso di sopravvivenza a 5 anni è del 9%, ma dello 0% in caso di metastasi.
Soltanto la chirurgia si è dimostrata in grado di curare i pazienti, ma il trattamento è possibile solo per un numero limitato di pazienti e il rischio di recidiva rimane elevato.
La chemioterapia e l'immunoterapia sono le terapie standard per i pazienti con colangiocarcinoma che non possono essere sottoposti a intervento chirurgico o la cui malattia è progredita dopo l'intervento. ( Xagena2023 )

Fonte: Servier, 2023

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