Triossido di Arsenico come singolo agente per la terapia di prima linea della leucemia promielocitica acuta
I risultati di follow-up nel lungo periodo su pazienti con leucemia promielocitica acuta trattati con Acido trans-Retinoico e chemioterapia hanno mostrato elevati tassi di cura.
In diversi studi anche il Triossido di Arsenico ( Trisenox ) è risultato altamente efficace come singolo agente nella leucemia promielocitica acuta di nuova diagnosi.
In uno studio, 197 pazienti con nuova diagnosi di leucemia promielocitica acuta sono stati trattati con Triossido di Arsenico 0.15 mg/kg giornalmente per infusione intravenosa fino a remissione completa.
Dopo raggiungimento della remissione completa, i pazienti hanno ricevuto da 1 a 4 ulteriori cicli di terapia con Triossido di arsenico come terapia di consolidamento e sono stati seguiti con studi di RT-PCR ( reverse-transcriptase polymerase chain reaction ) su sangue periferico per l’identificazione della malattia minima residua ogni 3 mesi o fino a recidiva o decesso.
Il tasso di remissione completa morfologica è stato pari all’85.8%.
La più comune causa di fallimento della remissione è stato il decesso precoce dovuto a sindrome da differenziazione della leucemia promielocitica acuta ( 13.2% ).
Il più importante fattore prognostico per la mortalità precoce è stata un’ alta conta di leucociti alla presentazione.
Il tasso di sopravvivenza libera da malattia a 5 anni è stato pari a 66.7%.
La recidiva dopo 5 anni in remissione completa è risultata rara.
Il tasso di sopravvivenza generale a 5 anni nel’analisi per intention-to-treat è stata del 64.4%.
Nei pazienti che avevano raggiunto la remissione completa, sopravvivenza generale e sopravvivenza libera da malattia sono risultate identiche.
In conclusione, il follow-up a lungo termine dei pazienti con nuova diagnosi di leucemia promielocitica acuta trattati con Triossido di Arsenico come singolo agente ha mostrato tassi elevati di sopravvivenza libera da malattia e sopravvivenza generale. ( Xagena2011 )
Ghavamzadeh A et al, J Clin Oncol 2011; 29: 2753-2757
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