Studio PRECISION V: embolizzazione con sfere a rilascio di Doxorubicina nel trattamento del carcinoma epatocellulare
La chemioembolizzazione transarteriosa ( TACE ) offre benefici per la sopravvivenza dei pazienti con epatocarcinoma in stadio intermedio.
Il regime TACE più ampiamente accettato comprende la somministrazione di Doxorubicina in emulsione oleosa seguita da TACE convenzionale ( cTACE ) con spugna di gelatina.
Recentemente, sono state sviluppate sfere ( DC-Bead ) che rilasciano il farmaco per aumentare il trasporto del farmaco in sede tumorale e per ridurre la tossicità sistemica.
Hanno preso parte allo studio PRECISION V 212 pazienti con cirrosi epatica Child-Pugh A/B e carcinoma di grandi dimensioni o multinodale, non-resecabile, N0, M0.
I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a TACE con DC-Bead a rilascio di Doxorubicina o a cTACE preceduta da somministrazione di Doxorubicina.
L’endpoint primario era rappresentato dalla risposta tumorale ( EASL ) a 6 mesi in seguito a revisione indipendente, in cieco, di studi con MRI ( risonanza magnetica per immagini ).
Il gruppo in trattamento con sfere a rilascio di farmaco ha mostrato percentuali più alte di risposta completa, risposta oggettiva e controllo della malattia rispetto al gruppo cTACE ( 27% vs 22%, 52% vs 44% e 63% vs 52%, rispettivamente ).
L’ipotesi di superiorità non è stata raggiunta ( p a una coda uguale a 0.11 ), tuttavia i pazienti in classe Child-Pugh B, ECOG 1, malattia bilobare e malattia recidivante hanno mostrato un aumento significativo di risposta oggettiva ( p=0.038 ), rispetto a cTACE.
DC Bead era associata a migliore tollerabilità, riduzione significativa della tossicità epatica grave ( p inferiore a 0.001 ) e percentuale significativamente più bassa di effetti indesiderati correlati alla Doxorubicina ( p=0.0001 ).
Dallo studio è emerso la TACE con DC Bead e Doxorubicina è sicura ed efficace nel trattamento del carcinoma epatico e offre beneficio ai pazienti con malattia in fase più avanzata. ( Xagena2010 )
Lammer J et al, Cardiovasc Intervent Radiol 2010; 33: 41-52
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