Alta prevalenza di disturbi orofaringei tra i pazienti che fanno uso di corticosteroidi per via inalatoria
I corticosteroidi per via inalatoria sono estensivamente impiegati nel trattamento dell’asma, e più recentemente della broncopneumopatia cronica ostruttiva ( BPCO ).
I disturbi orofaringei rappresentano i più frequenti eventi avversi di questi farmaci, che possono avere un impatto negativo sull’aderenza alla terapia.
Uno studio ha valutato la prevalenza di disturbi orofaringei negli utilizzatori di corticosteroidi per via inalatoria nella vita reale.
Per questo studio osservazionale cross-sezionale, sono stati coinvolti medici di medicina generale e pneumologi.
Un totale di 1778 medici ha raccolto dati su 6.740 pazienti. L’età media dei pazienti era di 51.3 anni; il 44% non aveva storia di fumo di sigaretta; l’indicazione per l’impiego dei corticosteroidi era asma nel 63.9% dei soggetti.
Tra i pazienti dello studio, il 52.3% aveva usato Beclometasone ( 43.4% senza un LABA, un agonista beta-2 a lunga durata d’azione ), il 22.1% Budesonide ( 18.8% con un LABA ) e il 25.6% Fluticasone ( 19.3% con un LABA in un singolo inalatore ).
Un terzo ( 34.7% ) dei pazienti ha sofferto di almeno un disturbo orofaringeo; gli effetti indesiderati più frequentemente segnalati sono stati: raucedine, formicolio, irritazione della bocca, arrossamento.
I fattori associati positivamente ai disturbi orofaringei erano: indicazione di BPCO ( odds ratio, OR=1.388 ), ridotta aderenza ( OR=1.318 ) e uso di Fluticasone ( OR=1.176 ); mentre quelli negativamente associati erano: assenza di storia di fumo ( OR=0.837 ), aumentata aderenza ( OR=0.663 ), e uso di Beclometasone ( OR=0.630 ). ( Xagena2009 )
Molimard M et al, J Aerosol Med Pulm Drug Deliv 2009; Epub ahead of print
Pneumo2009 Farma2009
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