La combinazione di prima linea Nivolumab - Ipilimumab migliora la sopravvivenza globale nel mesotelioma pleurico
Una analisi ad interim dello studio CheckMate 743 ha dimostrato che il trattamento di prima linea con Nivolumab ( Opdivo ) più Ipilimumab ( Yervoy ) ha esteso significativamente la sopravvivenza globale ( OS ) rispetto alla chemioterapia a base di Platino per i pazienti con mesotelioma pleurico maligno non-resecabile.
CheckMate 743 ha raggiunto l'endpoint primario di miglioramento statisticamente significativo con Nivolumab più Ipilimumab rispetto alla chemioterapia standard nel trattamento di prima linea dei pazienti con mesotelioma.
Questi dati clinicamente significativi rappresentano il primo studio positivo di fase 3 dell'immunoterapia come prima linea nel mesotelioma pleurico maligno e dovrebbero essere considerati un nuovo standard di cura.
I tassi di sopravvivenza a 5 anni per il mesotelioma pleurico maligno, un tumore altamente aggressivo, rimangono al di sotto del 10%.
La combinazione di due inibitori dei checkpoint immunologici, Nivolumab ( anti-PD-1 ) e Ipilimumab ( anti-CTLA-4 ), ha mostrato un'attività promettente in studi a braccio singolo per questa popolazione di pazienti.
La combinazione di due approcci immunoterapici è stata valutata su 605 adulti con mesotelioma pleurico maligno precedentemente non-trattato, non-resecabile, confermato istologicamente e con ECOG performance status di 0 o 1.
I pazienti sono stati randomizzati a 3 mg/kg di Nivolumab una volta ogni 2 settimane più 1 mg/kg di Ipilimumab una volta ogni 6 settimane per un massimo di 2 anni ( n = 303 ) o doppia chemioterapia a base di Platino con 75 mg/kg2 di Cisplatino o Carboplatino AUC ( area sotto la curva ) 5 più 500 mg/m2 di Pemetrexed ( n = 302 ) per sei cicli.
I pazienti nei gruppi immunoterapia e chemioterapia avevano caratteristiche basali simili, inclusa l'età mediana ( 69 anni per entrambi ), la percentuale di uomini ( 77% per entrambi ) e l'istologia ( epitelioide, 76% versus 75% ).
L'endpoint primario era rappresentato dalla sopravvivenza globale. Gli endpoint secondari includevano il tasso di risposta obiettiva ( ORR ), il tasso di controllo della malattia ( DCR ) e la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ).
Il follow-up mediano è stato di 29.7 mesi.
I risultati hanno mostrato un tasso più elevato di sopravvivenza globale a 2 anni con la combinazione immunoterapica rispetto alla chemioterapia ( 41% versus 27% ).
La sopravvivenza mediana è stata di 18.1 mesi ( IC 95%, 16.8-21.4 ) con l'immunoterapia rispetto a 14.1 mesi ( IC 95%, 12.4-16.2) con la chemioterapia ( hazard ratio, HR = 0.74; IC 95%, 0.6-0.91 ).
La combinazione di immunoterapia ha conferito una sopravvivenza globale mediana superiore per i pazienti con un istotipo epitelioide ( 18.7 mesi vs 16.5 mesi; HR = 0.86; IC 95%, 0.69-1.08 ), quelli con un istotipo non-epitelioide ( 18.1 mesi vs 8.8 mesi; HR = 0.46 ; IC 95%, 0.31-0.68 ) e quelli con espressione tumorale di PD-L1 dell'1% o superiore ( 18 mesi vs 13.3 mesi; HR = 0.69; IC 95%, 0.55-0.87 ).
E' stato riportato un tasso ORR del 40% con l'immunoterapia contro il 43% con la chemioterapia, un tasso di controllo della malattia del 76.6% versus l'85.1% e una sopravvivenza PFS mediana di 6.8 mesi versus 7.2 mesi ( HR = 1; IC 95%, 0.82-1.21 ).
I tassi di risposta erano molto simili in entrambi i gruppi.
Tuttavia, nel braccio chemioterapico, sono state osservate solo risposte parziali.
Per il braccio immunoterapia, il 2% dei pazienti ha avuto una risposta completa; il 32% dei pazienti a 2 anni ancora non mostravano segni di progressione.
Eventi avversi correlati al trattamento di grado 3 o 4 si sono verificati nel 30.3% dei pazienti nel braccio immunoterapia, di cui il 15% ha interrotto il trattamento, rispetto al 32% dei pazienti nel braccio chemioterapia, di cui il 7.4% ha interrotto il trattamento.
Dallo studio è emerso un beneficio in termini di sopravvivenza con Nivolumab più Ipilimumab rispetto alla chemioterapia, indipendentemente dall'istologia.
La chemioterapia ha invece funzionato meglio nell'istologia epitelioide. ( Xagena2020 )
Fonte: International Association for the Study of Lung Cancer World Conference on Lung Cancer Virtual Symposium, 2020
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