Effetto dell’Ossigeno perioperatorio sull’infezione al sito chirurgico e sulle complicanze polmonari dopo chirurgia addominale


Si pensa che l’utilizzo di Ossigeno all’80% nel corso dell’intervento chirurgico riduca il rischio di infezioni della ferita operatoria, ma questo effetto non è stato ben definito, e inoltre non è stato ben chiarito l’effetto dell’Ossigeno all’80% sulle complicazioni polmonari.

Ricercatori del Copenhagen University Hospital in Danimarca, hanno valutato se l’uso di Ossigeno all’80% fosse in grado di ridurre la frequenza di infezioni delle ferite chirurgiche senza aumentare la frequenza di complicanze polmonari nei pazienti sottoposti a chirurgia addominale.

Lo studio randomizzato e in doppio cieco PROXI è stato condotto in 14 ospedali danesi nel periodo 2006-2008, e ha coinvolto 1.400 pazienti sottoposti a laparotomia acuta o elettiva che sono stati randomizzati a ricevere Ossigeno all’80% o al 30% durante l’intervento e nelle 2 ore successive.

La principale misura di esito era l’infezione della ferita chirurgica entro 14 giorni dall’intervento, definita secondo i criteri dei CDC ( Centers for Disease Control and Prevention ).
Gli esiti secondari includevano atelectasia polmonare, polmonite, insufficienza respiratoria, e mortalità.

L’infezione della ferita chirurgica si è manifestata nel 19.1% dei pazienti assegnati a ricevere Ossigeno all’80%, contro il 20.1% di coloro che hanno ricevuto Ossigeno al 30% ( odds ratio [ OR ] 0.94; P=0.64 ).

L’atelectasia è stata osservata nel 7.9% del gruppo Ossigeno 80% contro il 7.1% del gruppo Ossigeno 30% ( OR=1.11; P=0.60 ), la polmonite nel 6% versus il 6.3% ( OR=0.95; P=0.82 ), l’insufficienza respiratoria nel 5.5% versus 4.4% ( OR=1.27; P=0.34 ) e la mortalità entro 30 giorni nel 4.4% versus 2.9% ( OR=1.56; P=0.13 ).

In conclusione, la somministrazione di Ossigeno all’80% rispetto a quella di Ossigeno al 30% non ha portato a differenze nel rischio di infezione della ferita chirurgica dopo chirurgia addominale. ( Xagena2009 )

Meyhoff CS et al, JAMA 2009; 302: 1543-1550


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