Proteina C-reattiva: un fattore predittivo e un marcatore di infiammazione nella malattia infiammatoria intestinale


I livelli di proteina C-reattiva ( CRP ) sono spesso utilizzati nel follow-up di pazienti con malattia infiammatoria intestinale.

Un gruppo di ricercatori norvegesi ha condotto uno studio clinico con lo scopo di stabilire la relazione dei livelli di CRP con l’estensione della malattia in pazienti con colite ulcerosa, e con il fenotipo nei pazienti con malattia di Crohn, e di valutare il valore predittivo dei livelli di CRP sull’esito della malattia.

I livelli di CRP sono stati misurati alla diagnosi e dopo 1 e 5 anni in pazienti con diagnosi di malattia infiammatoria intestinale nella Norvegia sud-orientale.

Dopo 5 anni, 454 pazienti con colite ulcerosa e 200 con malattia di Crohn erano vivi e hanno fornito i dati per l’analisi.

I pazienti con malattia di Crohn hanno mostrato una più forte risposta a livello di CRP rispetto a quelli con colite ulcerosa.

Nei pazienti con colite ulcerosa, i livelli di CRP alla diagnosi sono aumentati all’aumentare dell’estensione della malattia.

Non sono state osservate differenze nei livelli di CRP alla diagnosi tra i sottogruppi di pazienti con malattia di Crohn definiti in accordo con la classificazione di Vienna.

Nei pazienti con colite ulcerosa con colite estesa, i livelli di CRP superiori a 23 mg/l alla diagnosi sono risultati predittivi di un aumentato rischio di intervento chirurgico ( odds ratio, OR=4.8; p=0.02 ).

Nei pazienti con colite ulcerosa i livelli di CRP superiori a 10 mg/l dopo 1 anno sono stati associati a un maggior rischio di intervento chirurgico nei 4 anni successivi ( OR=3.0; p=0.02 ).

È stata osservata una significativa associazione tra livelli di CRP alla diagnosi e rischio di chirurgia in pazienti con malattia di Crohn ed ileite terminale ( L1 ), e il rischio è aumentato quando i livelli superavano i 53 mg/l in questo sottogruppo ( OR=6.0; p=0.03 ). ( Xagena2008 )

Henriksen M et al, Gut 2008; 57: 1518-1523

Gastro2008



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