Angina pectoris: la Ranolazina è dotata di un profilo di sicurezza favorevole
Uno studio, più ampio e più diversificato di quelli finora disegnati, ha valutato l’efficacia e la sicurezza di Ranolazina ( Ranexa ) in un gruppo di pazienti con angina.
Ranolazina è un farmaco antianginoso, che riduce l’angina e migliora la performance fisica in pazienti selezionati con test da sforzo precocemente positivo e nei pazienti con frequenti episodi di angina.
Sono stati studiati gli effetti antianginosi di Ranolazina nel sottogruppo di pazienti con precedente angina cronica ( n=3.565; 54% ) arruolati nello studio randomizzato, in doppio cieco e placebo-controllato, MERLIN-TIMI 36 ( Metabolic Efficiency With Ranolazine for Less Ischemia in Non-ST Elevation Acute Coronary Syndromes ).
Il periodo osservazionale mediano è stato di 350 giorni.
I pazienti con precedente angina hanno ricevuto una terapia basata sull’evidenza ( 95% Acido Acetilsalicilico, 78% statine, 89% beta-bloccanti; in media 2.9 farmaci antianginosi ).
L’endpoint primario ( mortalità cardiovascolare, infarto miocardico, ischemia ricorrente ) è risultato meno frequente con Ranolazina ( hazard ratio, HR=0.86; p=0.017 ), grazie esclusivamente a una significativa riduzione dell’ischemia ricorrente ( HR=0.78; p=0.002 ).
Ranolazina ha inoltre ridotto il peggioramento dell’angina ( HR=0.77; p=0.048 ) e l’intensificazione della terapia anti-anginosa ( HR=0.77; p = 0.005 ).
La durata dell’esercizio fisico a 8 mesi è risultata maggiore con Ranolazina ( 514 s versus 482 s; p=0.002 ).
La mortalità cardiovascolare o l’infarto del miocardio non hanno mostrato differenze tra i gruppi di trattamento ( HR=0.97; p=0.71 ).
Aritmie sintomatiche documentate ( 2.9% vs 2.9%; p=0.92 ) e mortalità totale ( 6.2% vs 6.4%; p=0.96 ) sono risultate simili tra Ranolazina e placebo.
In conclusione, in questo ampio studio su Ranolazina in pazienti con malattia coronarica, la Ranolazina si è dimostrata efficace nel ridurre l’angina con un profilo di sicurezza favorevole. ( Xagena2009 )
Wilson SR et al, J Am Coll Cardiol 2009; 53: 1510-1516
Cardio2009 Farma2009
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