Ixekizumab, un inibitore anti-IL-17A, migliora la risposta ACR20 nei pazienti con artrite psoriasica


Uno studio di fase 3 ha mostrato che Ixekizumab ( Taltz ) ha migliorato la risposta ACR20 nei pazienti con artrite psoriasica.

L’obiettivo dello studio era quello di valutare la sicurezza e l’efficacia di Ixekizumab, un anticorpo monoclonale che inibisce l'interleuchina-17A ( anti-IL-17A ).

I pazienti hanno ricevuto iniezioni sottocutanee di placebo ( n=106 ), Adalimumab ( Humira ) 40 mg ogni 2 settimane ( n=101 ), Ixekizumab 80 mg ogni 2 settimane ( n=103 ) oppure Ixekizumab 80 mg una volta ogni 4 settimane ( n=107 ).
Entrambi i regimi con Ixekizumab comprendevano una dose iniziale di 160 mg.

E’stata misurata la percentuale dei pazienti che hanno raggiunto ACR20 ( American College of Rheumatology ) alla settimana 24.

E’ stata riscontrata una risposta ACR20 nel 62.1% dei pazienti che hanno assunto per 4 settimane Ixekizumab; 57.9% di coloro che erano stati trattati per 2 settimane con Ixekizumab, e 30.2% di coloro a cui era stato somministrato placebo.

Inoltre, vi è stato un miglioramento dell'attività di malattia e della disabilità funzionale alle settimane 12 e 24, e meno danni strutturali alla settimana 24 in entrambi i gruppi di trattamento a base di Ixekizumab.

La clearance della psoriasi a placca è risultata maggiore nei pazienti che hanno preso Ixekizumab rispetto a coloro che hanno assunto il placebo.

Gli eventi avversi sono stati più frequenti nei pazienti che sono stati trattati con Ixekizumab ( da 65.7% a 66.4% ) e con Adalimumab ( 64.4% ), rispetto ai pazienti nel gruppo placebo ( 47.2% ).

Questi risultati hanno evidenziato che IL-17A è una citochina chiave nella patogenesi della artrite psoriasica e un importante target terapeutico. ( Xagena2016 )

Fonte: Annals of Rheumatic Diseases, 2016

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