Carcinoma ben differenziato della tiroide: impiego di Thyrogen come diagnostico o in associazione a Iodio radioattivo per l’ablazione dei residui di tessuto tiroideo
Thyrogen ( Tireotropina alfa ) è indicato nel test della tireoglobulina sierica ( Tg ) con o senza imaging con Iodio
radioattivo per evidenziare residui tiroidei e carcinoma ben differenziato della tiroide nei pazienti che, in seguito a tiroidectomia, ricevono una terapia ormonale soppressiva ( THST ).
I pazienti con carcinoma ben differenziato della tiroide a basso rischio, che presentano livelli non-dosabili di tireoglobulina sierica in corso di terapia ormonale soppressiva e nessun aumento dei livelli di tireoglobulina a seguito di stimolazione con TSH rh ( ricombinante umano ), potranno essere seguiti tramite dosaggio dei livelli di tireoglobulina stimolati da rh TSH.
Thyrogen è indicato per la stimolazione pre-terapeutica in associazione con Iodio radioattivo da 30 mCi ( 1.1 GBq ) a 100 mCi ( 3.7 GBq ) per l’ablazione dei residui di tessuto tiroideo, nei pazienti sottoposti a tiroidectomia sub-totale o totale in presenza di cancro della tiroide ben differenziato, che non evidenziano cancro tiroideo con metastasi a distanza.
La tireotropina alfa ( ormone tireotropo umano ricombinante ) è una glicoproteina eterodimerica prodotta tramite la tecnologia del DNA ricombinante. E’formata da due subunità legate con legame non-covalente.
La tireotropina ha proprietà biochimiche paragonabili a quelle dell’ormone tireotropo umano endogeno ( TSH ). Il legame della tireotropina alfa ai recettori TSH sulle cellule epiteliali della tiroide stimola l'assunzione di iodio e l'organificazione, la sintesi ed il rilascio di tireoglobulina, triiodotironina ( T3 ) e tiroxina ( T4 ).
I pazienti con carcinoma della tiroide ben differenziato vengono sottoposti a una tiroidectomia totale o sub-totale. Per una diagnosi ottimale dei residui tiroidei o del carcinoma tramite l’imaging con Iodio radioattivo o il dosaggio della tireoglobulina e la terapia con Iodio radioattivo dei residui tiroidei, occorre un’alta concentrazione sierica di TSH per stimolare l'assunzione di
Iodio radioattivo e/o il rilascio della tireoglobulina.
L'approccio comune per ottenere livelli elevati di TSH è la sospensione della terapia soppressiva con ormoni tiroidei ( THST ), in seguito alla quale, solitamente, i pazienti manifestano segni e sintomi di ipotiroidismo.
Con la somministrazione di Thyrogen, si ottiene la stimolazione di TSH necessaria per la captazione dello Iodio radioattivo e il rilascio della tireoglobulina, mentre i pazienti rimangono in stato di eutiroidismo grazie alla THST, evitando quindi la morbidità associata all'ipotiroidismo.
Uso diagnostico
L'efficacia e la sicurezza dell'uso di Thyrogen nell’imaging con Iodio radioattivo in combinazione con il dosaggio della tireoglobulina sierica per la diagnosi di residui tiroidei e di carcinoma sono state dimostrate in due studi.
In uno dei due studi, sono stati presi in esame due regimi: 0.9 mg per via intramuscolare ogni 24 ore per due dosi ( 0.9 mg x 2 ) e 0.9 mg per via intramuscolare ogni 72 ore per tre dosi ( 0.9 mg x 3 ). Entrambi i regimi si sono dimostrati efficaci e non differivano statisticamente dalla sospensione della somministrazione di ormone tiroideo nella stimolazione dell'uptake di Iodio radioattivo per l’imaging diagnostico.
Rispetto ai test effettuati mentre i pazienti erano in trattamento con ormoni tiroidei, i due regimi terapeutici hanno migliorato la
sensibilità, l'accuratezza e il valore predittivo negativo della tireoglobulina stimolata da Thyrogen, da sola o in associazione con l’imaging con Iodio radioattivo.
Negli studi clinici per il rilevamento di residui tiroidei o di carcinoma nei pazienti sottoposti ad intervento chirurgico, con l'uso di un test della tireoglobulina con una sensibilità di 0.5 ng/ml, livelli di tireoglobulina stimolati da Thyrogen di 3 ng/ml, 2 ng/ml e 1 ng/ml corrispondevano a livelli di tireoglobulina misurati dopo la sospensione della somministrazione di ormone tiroideo
pari a 10 ng/ml, 5 ng/ml e 2 ng/ml, rispettivamente.
In questi studi, il test della tireoglobulina con Thyrogen ha rivelato una maggiore sensibilità rispetto all’esame della tireoglobulina durante THST.
In particolare in uno studio di fase III a cui hanno partecipato 164 pazienti, il dosaggio della tireoglobulina dopo somministrazione di Thyrogen era in grado di rilevare la presenza di tessuto di origine tiroidea dal 73 all’87% dei casi, mentre con il test della tireoglobulina durante THST la percentuale variava dal 42 al 62%, per gli stessi valori di cut-off e gli stessi standard di riferimento.
In 35 pazienti si sono accertate lesioni metastatiche con esame post-trattamento o con biopsia dei linfonodi. I livelli di tireoglobulina stimolati da Thyrogen superavano 2 ng/ml in tutti i 35 pazienti, mentre con la tireoglobulina durante THST ciò avveniva nel 79% di questi pazienti.
Stimolazione pre-terapeutica
In uno studio controllato su 60 pazienti valutabili, percentuali di ablazione riuscita dei residui tiroidei con 100 mCi/3,7 GBq ( ± 10% ) di Iodio radioattivo post-tiroidectomia in pazienti con cancro della tiroide, erano comparabili per i pazienti trattati dopo la sospensione della somministrazione di ormone tiroideo rispetto ai pazienti trattati dopo la somministrazione di Thyrogen.
I pazienti esaminati erano adulti ( età maggiore di 18 anni ) con nuova diagnosi di carcinoma differenziato della tiroide papillare o follicolare, compresa la variante papillare-follicolare, caratterizzati principalmente ( 54 su 60 ) come T1-T2, N0-N1, M0 ( classificazione TNM ).
Il successo dell’ablazione dei residui è stato valutato mediante imaging con Iodio radioattivo e dosaggio della tireoglobulina sierica a 8 ± 1 mesi dal trattamento.
Tutti i 28 pazienti ( 100% ) trattati dopo la sospensione della THST e tutti i 32 pazienti ( 100% ) trattati dopo la somministrazione di Thyrogen hanno mostrato assenza di captazione visibile dello Iodio radioattivo nella tiroide, oppure, se misurabile, una captazione inferiore allo 0.1% dell’attività di Iodio radioattivo somministrata.
Il successo dell’ablazione dei residui tiroidei è stato inoltre valutato mediante il criterio per il livello di tireoglobulina sierico stimolato da Thyrogen inferiore a 2 ng/ml otto mesi dopo l’ablazione, ma solo nei pazienti che risultavano negativi per la presenza di anticorpi interferenti anti-tireoglobulina. Utilizzando questo criterio per la tireoglobulina, 18/21 pazienti ( 86% ) e 23/24 pazienti ( 96% ) risultavano possedere residui tiroidei ablati con successo nel gruppo con sospensione della THST
e nel gruppo di trattamento con Thyrogen rispettivamente.
La qualità di vita è peggiorata significativamente in seguito alla sospensione dell'ormone tiroideo, ma è rimasta invariata con la somministrazione di uno dei regimi di Thyrogen sopra menzionati per entrambe le indicazioni.
È stato condotto uno studio di follow-up su pazienti che avevano precedentemente completato lo studio iniziale e sono disponibili dati per 51 pazienti. L’obiettivo primario dello studio di follow-up era quello di confermare lo stato di ablazione dei residui tiroidei, mediante imaging statico del collo con Iodio radioattivo, in seguito a stimolazione con Thyrogen, dopo un follow-up mediano di 3.7 anni ( range: 3.4 – 4.4 anni ) successivamente all'ablazione con Iodio radioattivo.
È stato inoltre eseguito un test sulla tireoglobulina stimolata con Thyrogen.
I pazienti continuavano ad essere considerati efficacemente ablati in assenza di captazione del letto tiroideo visibile alla scansione oppure – se visibile - la captazione era inferiore allo 0.1%.
Per tutti i pazienti considerati come ablati nello studio iniziale è stata confermata l’ablazione nello studio di follow-up.
Inoltre, nessun paziente ha avuto una recidiva definitiva nei 3.7 anni di follow-up.
Nel complesso, 48/51 pazienti ( 94% ) non presentavano evidenza di recidiva del tumore; per 1 paziente vi era una possibile recidiva neoplastica ( anche se non era chiaro se si trattasse di una reale recidiva, o della persistenza del tumore per via della patologia regionale accertata all’inizio dello studio originario ); infine, per 2 pazienti non è stato possibile procedere
a una valutazione.
Riepilogando, nello studio pivotal e nel relativo studio di follow-up Thyrogen non è risultato inferiore alla sospensione dell’ormone tiroideo per quanto concerne l’innalzamento dei livelli di TSH per la stimolazione pre-terapeutica in associazione con Iodio radioattivo nell’ablazione postchirurgica del tessuto tiroideo residuo.
Due ampi studi randomizzati prospettici, lo studio HiLo ( Mallick ) e lo studio ESTIMABL ( Schlumberger ), hanno confrontato i metodi di ablazione del residuo tiroideo in pazienti con tumore della tiroide differenziato sottoposti a tiroidectomia.
In entrambi gli studi i pazienti sono stati randomizzati a 1 di 4 gruppi di trattamento: Thyrogen + 30 mCi 131-I, Thyrogen + 100
mCi 131-I, sospensione della somministrazione di ormone tiroideo + 30 mCi 131-I o sospensione della somministrazione di ormone tiroideo + 100 mCi 131-I e i pazienti sono stati valutati circa 8 mesi dopo.
Con lo studio HiLo sono stati randomizzati 438 pazienti ( stadi del tumore T1-T3, Nx, N0 e N1, M0 ) in 29 Centri. Come valutato dall’imaging con iodio radioattivo e dai livelli di tireoglobulina a seguito di stimolazione ( n=421 ), i tassi di successo dell’ablazione sono stati circa dell’86% in tutti i 4 gruppi di trattamento.
Tutti gli intervalli di confidenza al 95% per le differenze sono risultati compresi entro ±10 punti percentuali, evidenziando in particolare la non-inferiorità della dose bassa rispetto alla dose alta di Iodio radioattivo.
L’analisi dei pazienti con tumore in stadio T3 e N1 ha evidenziato che questi sottogruppi avevano ugualmente un buon tasso di efficacia dell’ablazione come quello delle popolazioni di pazienti a rischio inferiore.
Nello studio ESTIMABL sono stati randomizzati 752 pazienti con carcinoma della tiroide a basso rischio ( tumore in stadio pT1 inferiore a 1 cm e N1 o Nx, pT1 superiore a 1-2 cm e qualsiasi stadio N, o pT2 N0, con M0 in tutti i pazienti ) in 24 Centri.
Basandosi sui 684 pazienti valutabili, la percentuale complessiva di successo dell’ablazione evidenziata dalla valutazione ecografica del collo e dai livelli di tireoglobulina dopo stimolazione è risultata del 92%, senza evidenza di differenze statisticamente significative tra i quattro gruppi.
Considerando il disegno di entrambi gli studi, deve essere preso in considerazione il fatto che non sono ancora disponibili dati a lungo termine ( superiori a circa 9 mesi ) relativi all’uso della dose inferiore di Iodio radioattivo.
Riepilogando, questi studi suggeriscono che una dose bassa di Iodio radioattivo in associazione con Tireotropina alfa è un trattamento efficace ( con una ridotta esposizione alle radiazioni ) e Thyrogen non è risultato inferiore alla sospensione
dell’ormone tiroideo per la stimolazione pre-terapeutica in associazione con Iodio radioattivo nell’ablazione post-chirurgica del tessuto tiroideo residuo. ( Xagena2016 )
Fonte: EMA, 2016
MalRar2016 Med2016 Onco2016 Endo2016 Diagno2016 Farma2016
Indietro
Altri articoli
Elevata accuratezza diagnostica dei biomarcatori di imprinting epigenetico nei noduli tiroidei
È stato esaminato il nuovo valore diagnostico dei biomarcatori di imprinting epigenetico nei noduli tiroidei. In totale 550 pazienti con noduli...
Intervalli salutari ottimali della funzione tiroidea definiti dal rischio di malattie cardiovascolari e mortalità
Gli intervalli di riferimento dell'ormone stimolante la tiroide ( TSH ) e della tiroxina libera ( FT4 ) sono definiti...
Radioterapia e Paclitaxel più Pazopanib o placebo nel tumore anaplastico della tiroide
Il tumore tiroideo anaplastico è un tumore raro e aggressivo senza trattamento locale standard basato sulla radioterapia. Sulla base dei...
Tumore della tiroide: associazione lineare tra dose di Iodio radioattivo e rischio di secondo tumore primario
Si è determinato se il rischio di secondo tumore maligno primario ( SPM ) nei pazienti con tumore della tiroide...
Cediranib con o senza Lenalidomide nel tumore differenziato della tiroide refrattario allo Iodio 131
Gli inibitori multitarget della tirosina chinasi ( TKI ) della via del recettore del fattore di crescita dell'endotelio vascolare (...
Proptosi e risposta alla diplopia con Teprotumumab e placebo rispetto a Metilprednisolone nella malattia tiroidea dell'occhio da moderata a grave
La malattia tiroidea dell'occhio può essere una malattia autoimmune debilitante caratterizzata da progressiva proptosi o diplopia. Teprotumumab ( Tepezza ) è...
Gli oncogeni di fusione sono associati all'aumento della capacità metastatica e alla malattia persistente nei tumori tiroidei pediatrici
Nel 2014, i dati di un'analisi multipiattaforma completa di 496 campioni di carcinoma papillare alla tiroide adulti riportati dal progetto...
Associazione tra funzione tiroidea materna e rischio di ipertensione gestazionale e pre-eclampsia
Un'adeguata funzione tiroidea materna è importante per una gravidanza senza complicazioni. Sebbene numerosi studi osservazionali abbiano valutato l'associazione tra disfunzione...
Associazione tra trattamento con Iodio radioattivo per tumore tiroideo differenziato pediatrico e della giovane età adulta e rischio di seconde neoplasie maligne primarie
Dagli anni '80, sia l'incidenza del tumore differenziato della tiroide ( DTC ) che l'uso del trattamento con Iodio radioattivo...
Rischio di frattura tra gli anziani con iperparatiroidismo primario sottoposti a paratiroidectomia versus gestione non-chirurgica
L'iperparatiroidismo primario ( PHPT ) contribuisce allo sviluppo e alla progressione dell'osteoporosi negli anziani. L'efficacia della paratiroidectomia per ridurre il...