Effetto dell’integrazione materna di Acido Docosaesaenoico sulla sopravvivenza libera da displasia broncopolmonare nei neonati pretermine allattati al seno
L’integrazione materna di Acido Docosaesaenoico ( DHA ) può prevenire la displasia broncopolmonare, ma le prove rimangono inconcludenti.
Si è determinato se l'integrazione materna di DHA durante il periodo neonatale migliori la sopravvivenza libera da displasia broncopolmonare nei neonati allattati al seno nati prima di 29 settimane di gestazione.
È stato condotto uno studio clinico randomizzato controllato con placebo presso 16 Unità di terapia intensiva neonatale canadese tra il 2015 e il 2018.
Le donne in allattamento che avevano partorito prima di 29 settimane di gestazione sono state arruolate entro 72 ore dal parto.
Lo studio aveva in programma di arruolare 800 madri, ma è stato interrotto prima.
Sono state assegnate 232 madri ( 273 neonati ) a capsule orali che fornivano 1.2 g/die di DHA dalla randomizzazione all'età postmestruale di 36 settimane, e sono state assegnate 229 madri ( 255 neonati ) a capsule placebo.
L'esito primario era la sopravvivenza libera da displasia broncopolmonare nei neonati a 36 settimane di età postmestruale; gli esiti secondari erano 22, incluse mortalità e displasia broncopolmonare.
L'arruolamento è stato interrotto in anticipo a causa della preoccupazione per il danno sulla base dei dati ad interim di questo studio e di un altro studio pubblicato nel corso di questo studio.
Su 461 madri e 528 bambini ( età gestazionale media, 26.6 settimane; 253 femmine, 47.9% ), 375 madri ( 81.3% ) e 523 bambini ( 99.1% ) hanno completato lo studio.
Complessivamente, 147 su 268 neonati ( 54.9% ) nel gruppo DHA rispetto a 157 su 255 neonati ( 61.6% ) nel gruppo placebo sono sopravvissuti senza displasia broncopolmonare ( differenza assoluta, -5.0%; rischio relativo, RR=0.91, P=0.18 ).
La mortalità si è verificata nel 6.0% dei neonati nel gruppo DHA rispetto al 10.2% dei neonati nel gruppo placebo ( differenza assoluta, -3.9%; RR=0.61, P=0.12 ).
La displasia broncopolmonare si è verificata nel 41.7% dei neonati sopravvissuti nel gruppo DHA rispetto a 31.4% nel gruppo placebo ( differenza assoluta, 11.5%; RR=1.36, P=0.01 ).
Dei 22 esiti secondari prespecificati, 19 non sono risultati significativamente differenti.
Tra i neonati pretermine allattati al seno nati prima di 29 settimane di gestazione, l'integrazione materna di Acido Docosaesaenoico durante il periodo neonatale non ha migliorato significativamente la sopravvivenza libera da displasia broncopolmonare a 36 settimane di età post-mestruale rispetto al placebo.
L'interpretazione dello studio è limitata dall'interruzione anticipata della sperimentazione. ( Xagena2020 )
Marc I et al, JAMA 2020; 324: 157-167
Pneumo2020 Pedia2020 Gyne2020 Farma2020
Indietro
Altri articoli
Radioterapia dell’intero cervello da sola versus preceduta da Bevacizumab, Etoposide e Cisplatino per metastasi cerebrali non-trattate da cancro al seno
L'incidenza delle metastasi cerebrali è in aumento nei pazienti con tumore mammario metastatico. Sono urgentemente necessari trattamenti per estendere il...
ASCO24 - Trastuzumab deruxtecan, somministrato dopo terapia endocrina, ha migliorato la sopravvivenza libera da progressione nel cancro al seno pretrattato con bassa e ultrabassa espressione di HER2
Trastuzumab deruxtecan ( Enhertu ) ha esteso la sopravvivenza libera da progressione rispetto alla chemioterapia standard per alcune pazienti con...
Tasso di malattie endocrino-sensibili nelle pazienti in postmenopausa con tumore al seno ricco di recettori per gli estrogeni, ERBB2-negativo, che ricevono Anastrozolo in fase neoadiuvante, Fulvestrant o la loro combinazione
L'aggiunta di Fulvestrant ( Faslodex ) ad Anastrozolo ( Arimidex ) ( A+F ) ha migliorato la sopravvivenza nelle donne...
Ossigenoterapia iperbarica ed effetti tossici locali tardivi nei pazienti con tumore al seno irradiato
L'ossigenoterapia iperbarica ( HBOT ) è proposta come trattamento per gli effetti tossici locali tardivi dopo l'irradiazione del seno. Mancano,...
Esiti riferiti dalle pazienti nello studio OlympiA: Olaparib adiuvante nel tumore al seno in fase iniziale negativo per HER2 con mutazioni gBRCA1/2 e ad alto rischio
Lo studio randomizzato di fase III OlympiA ha confrontato 1 anno di Olaparib ( Lynparza ) o placebo come terapia...
Rischio di cancro al seno a lungo termine nelle sopravvissute a linfoma di Hodgkin trattate con Doxorubicina
Un ampio studio retrospettivo ha dimostrato che un comune farmaco chemioterapico utilizzato per trattare il linfoma di Hodgkin ( HL...
Dispositivo contraccettivo intrauterino a rilascio di Levonorgestrel può aumentare il rischio di cancro al seno
L'utilizzo di un dispositivo intrauterino a rilascio di Levonorgestrel per prevenire la gravidanza ha aumentato il rischio di cancro alla...
Sicurezza delle tecniche di riproduzione assistita nelle giovani donne portatrici di mutazioni BRCA con una gravidanza dopo un cancro al seno
Per le giovani portatori di mutazioni BRCA sopravvissute al carcinoma mammario, le tecniche di riproduzione assistita ( ART ) non...
I tassi di iperglicemia dopo la terapia con Alpelisib per il cancro al seno metastatico sono più alti di quelli osservati negli studi
I dati di uno studio hanno dimostrato che i pazienti con carcinoma mammario metastatico trattati con Alpelisib ( Piqray ),...
Paclitaxel orale più Encequidar rispetto a Paclitaxel endovenoso nei pazienti con tumore al seno metastatico
L'impiego di Paclitaxel per via endovenosa ( IVpac ) è associato a neuropatia e richiede una premedicazione per prevenire reazioni...