Erdafitinib o chemioterapia nel carcinoma uroteliale avanzato o metastatico


Erdafitinib ( Balversa ) è un inibitore del recettore del fattore di crescita pan-fibroblastico ( FGFR ) approvato per il trattamento del carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico negli adulti con alterazioni FGFR3/2 suscettibili che hanno progressione dopo chemioterapia contenente Platino.

Gli effetti di Erdafitinib nei pazienti con carcinoma uroteliale metastatico alterato da FGFR che hanno presentato progressione durante o dopo il trattamento con inibitori del checkpoint ( agenti anti-PD-1 o agenti anti-PD-L1 ) non sono ben definiti.

È stato condotto uno studio globale di fase 3 su Erdafitinib rispetto alla chemioterapia nei pazienti con carcinoma uroteliale metastatico con alterazioni FGFR3/2 suscettibili che avevano avuto progressione dopo uno o due trattamenti precedenti che includevano un agente anti-PD-1 o anti-PD-L1.

I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere Erdafitinib o la chemioterapia scelta dallo sperimentatore ( Docetaxel o Vinflunina ).

L'endpoint primario era la sopravvivenza globale.

In totale 266 pazienti sono stati sottoposti a randomizzazione: 136 nel gruppo Erdafitinib e 130 nel gruppo chemioterapia.

Il follow-up mediano è stato di 15.9 mesi.

La sopravvivenza globale ( OS ) mediana è risultata significativamente più lunga con Erdafitinib rispetto alla chemioterapia ( 12.1 mesi versus 7.8 mesi; hazard ratio per morte, HR=0.64; P=0.005 ).

Anche la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) mediana è stata più lunga con Erdafitinib rispetto alla chemioterapia ( 5.6 mesi vs 2.7 mesi; hazard ratio per progressione o morte, 0.58; P minore di 0.001 ).

L'incidenza di eventi avversi correlati al trattamento di grado 3 o 4 è stata simile nei due gruppi ( 45.9% nel gruppo Erdafitinib e 46.4% nel gruppo chemioterapia ).

Gli eventi avversi correlati al trattamento che hanno portato alla morte sono stati meno comuni con Erdafitinib rispetto alla chemioterapia ( nello 0.7% vs 5.4% dei pazienti ).

La terapia con Erdafitinib ha determinato una sopravvivenza globale significativamente più lunga rispetto alla chemioterapia tra i pazienti con carcinoma uroteliale metastatico e alterazioni FGFR dopo un precedente trattamento anti-PD-1 o anti-PD-L1. ( Xagena2023 )

Loriot Y et al, N Engl J Med 2023; 389: 1961-1971

Uro2023 Onco2023 Farma2023



Indietro

Altri articoli

La sarcoidosi è una condizione infiammatoria che può colpire vari organi e tessuti, provocando la formazione di granulomi e conseguente...


La gotta, una comune artropatia da cristalli, è associata a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Si è cercato...


Il Micofenolato mofetile ( CellCept ) è un immunosoppressore comunemente usato per trattare il lupus eritematoso sistemico ( SLE )...


Si è determinato se Blinatumomab ( Blincyto ) sia efficace come alternativa alla chemioterapia intensiva di prima linea con risparmio...


L’immunosoppressione basata sulla Globulina antitimocitaria ( ATG ) è standard nel trattamento di prima linea per le persone con anemia...



L'incidenza delle metastasi cerebrali è in aumento nei pazienti con tumore mammario metastatico. Sono urgentemente necessari trattamenti per estendere il...


Il potenziale beneficio della combinazione di una terapia sistemica intracranica efficace con la radioterapia per le pazienti con tumore al...



Poco si sa circa la prevalenza del prediabete e il rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica (...