Inibitore PI3K-delta Leniolisib per la sindrome PI3K-delta attivata


La sindrome da fosfoinositide 3-chinasi delta ( PI3K-delta ) attivata ( APDS ) è un errore congenito dell'immunità con manifestazioni cliniche che includono infezioni, linfoproliferazione, autoimmunità, enteropatia, bronchiectasie, aumento del rischio di linfoma e mortalità precoce.

La segnalazione iperattiva di PI3K-delta causa APDS ed è mirata selettivamente da Leniolisib ( Joenja ), un inibitore orale, piccola molecola, di PI3K-delta.
31 pazienti con sindrome APDS di età superiore o uguale a 12 anni sono stati arruolati in uno studio globale, di fase 3, in triplo cieco e randomizzati per ricevere 70 mg di Leniolisib oppure placebo due volte al giorno per 12 settimane.

Gli esiti co-primari erano le differenze rispetto al basale nella dimensione dei linfonodi indice e nella percentuale di linfociti B naive nel sangue periferico, valutati come segno della disregolazione immunitaria e il deficit.

Entrambi gli esiti primari sono stati raggiunti: la differenza nella variazione media aggiustata tra Leniolisib e placebo per la dimensione dei linfonodi era di -0.25 ( P=0.0006; n=26 ) e per la percentuale di linfociti B naive era 37.30 ( P=0.0002; n=13 ).

Leniolisib ha ridotto il volume della milza rispetto al placebo ( differenza media aggiustata nel volume tridimensionale cm3, -186; P=0.0020 ) e ha migliorato i principali sottogruppi di cellule immunitarie.

Un minor numero di pazienti trattati con Leniolisib ha riportato eventi avversi correlati al trattamento dello studio, per lo più di grado 1-2, rispetto a quelli trattati con placebo ( 23.8% vs 30.0% ).

Complessivamente, Leniolisib è risultato ben tollerato, e il miglioramento rispetto al placebo è stato notevole negli endpoint co-primari, riducendo la linfoadenopatia e aumentando la percentuale di cellule B naive, riflettendo un impatto favorevole sulla disregolazione immunitaria e sul deficit osservati nei pazienti con sindrome da fosfoinositide 3-chinasi delta attivata. ( Xagena2023 )

Rao VK et al, Blood 2023; 141: 971-983

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