La terapia ormonale può aumentare la perdita di peso nelle donne in postmenopausa che assumono Semaglutide
Le donne in postmenopausa in terapia ormonale hanno presentato una maggiore perdita di peso corporeo totale con Semaglutide fino a 12 mesi rispetto a nessuna terapia ormonale.
I marcatori di rischio cardiometabolico sono migliorati con e senza l’uso della terapia ormonale.
Secondo i risultati di uno studio di coorte, la terapia ormonale è risultata associata a una migliore risposta alla perdita di peso nelle donne in postmenopausa con sovrappeso o obesità trattate con Semaglutide.
Attualmente, la Semaglutide è approvata per il trattamento del sovrappeso e dell'obesità, portando a una perdita di peso media del 15% dopo 68 settimane.
Durante la menopausa, è stato dimostrato che l'uso della terapia ormonale, rispetto al non-utilizzo, attenua l'aumento dell'adiposità addominale totale e viscerale di circa il 60% e diminuisce la circonferenza vita e l'indice di massa corporea ( BMI ) dello 0,8%.
L’uso della terapia ormonale non è stato associato solo all’attenuazione della perdita di massa magra, ma anche a un aumento della massa magra dell’1%.
E' stato condotto uno studio di coorte retrospettivo utilizzando i dati delle cartelle cliniche elettroniche di 106 donne in postmenopausa ( età media, 58,4 anni; indice BMI medio, 38,5 kg/m2 ) con sovrappeso o obesità, trattate con Semaglutide per 3 mesi o più nel periodo 2021-2023.
A 2, 6, 9 e 12 mesi, è stata registrata la percentuale di perdita di peso corporeo totale con il trattamento con Semaglutide e sono stati confrontati i risultati della perdita di peso e i cambiamenti nei marcatori di rischio cardiometabolico con il trattamento con Semaglutide per le donne in postmenopausa con e senza uso di terapia ormonale.
Gli esiti primari erano la percentuale di perdita di peso corporeo totale dopo 12 mesi di trattamento con Semaglutide in base allo stato di utilizzo della terapia ormonale, la percentuale di donne che hanno ottenuto una perdita di peso corporeo totale pari o superiore al 5% e pari o superiore al 10% e le variazioni di glicemia, pressione arteriosa e lipidemia. a 12 mesi.
Complessivamente, 16 donne in postmenopausa erano in terapia ormonale, di cui il 50% aveva ricevuto l'Estradiolo transdermico da 0,025 mg al giorno a 0,1 mg al giorno, e il 50% era stato trattato con Estradiolo orale da 0,5 mg a 1 mg, a cadenza giornaliera.
Le donne in postmenopausa in terapia ormonale hanno avuto una percentuale più elevata di perdita di peso corporeo totale in 3 ( 7% vs 5%; P = 0,01 ), 6 ( 13% vs 9%; P = 0,01 ), 9 ( 15% vs 0,10%; P = 0,02 ) e 12 mesi ( 16% vs 12%; P = 0,04 ) di trattamento con Semaglutide rispetto a nessuna terapia ormonale.
A 12 mesi, un numero maggiore di donne in postmenopausa che utilizzavano la terapia ormonale hanno ottenuto una perdita di peso corporeo totale pari o superiore al 5% ( 100% vs 77,4%; P = 0,01 ) e pari o superiore al 10% ( 85,7% vs 58,1%; P = 0,04 ). rispetto a nessuna terapia ormonale.
Sia le donne in postmenopausa in terapia ormonale che quelle non in terapia ormonale hanno avuto miglioramenti nei marcatori di rischio cardiometabolico.
Dal basale a 12 mesi di trattamento con Semaglutide, le donne in postmenopausa in terapia ormonale hanno presentato miglioramenti di emoglobina glicata ( HbA1c ) ( P = 0,04 ), trigliceridi ( P = 0,004 ) e colesterolo totale ( P = 0,01 ).
Inoltre, le donne in postmenopausa non in terapia ormonale hanno presentato miglioramenti nella glicemia a digiuno ( P = 0,001 ), emoglobina glicata ( P = 0,0002 ) e pressione sistolica ( P = 0,008 ) dal basale a 12 mesi.
Sono necessari studi più ampi per confermare questi risultati. Inoltre, sono necessari studi futuri per identificare i meccanismi alla base di questa risposta differenziale riguardo alla perdita di peso.
Mentre l’effetto della terapia ormonale sulla composizione corporea potrebbe in parte spiegare questa differenza, sono probabilmente coinvolti ulteriori meccanismi, come l’effetto della terapia ormonale sulla qualità del sonno, sui sintomi vasomotori e sulla qualità di vita. ( Xagena2024 )
Hurtado MD et al, Menopause 2024; 31: 266-274
Gyne2024 Endo2024 Farma2024
Indietro
Altri articoli
Efficacia e sicurezza dell'inibizione di mTOR nella sarcoidosi cutanea
La sarcoidosi è una condizione infiammatoria che può colpire vari organi e tessuti, provocando la formazione di granulomi e conseguente...
Gotta e incidenza di 12 malattie cardiovascolari
La gotta, una comune artropatia da cristalli, è associata a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Si è cercato...
Sospensione del Micofenolato mofetile nei pazienti con lupus eritematoso sistemico
Il Micofenolato mofetile ( CellCept ) è un immunosoppressore comunemente usato per trattare il lupus eritematoso sistemico ( SLE )...
Blinatumomab per il trattamento di prima linea di bambini e giovani affetti da leucemia linfoblastica acuta a cellule B
Si è determinato se Blinatumomab ( Blincyto ) sia efficace come alternativa alla chemioterapia intensiva di prima linea con risparmio...
Attività e sicurezza di Eltrombopag in combinazione con Ciclosporina A come trattamento di prima linea degli adulti con anemia aplastica grave: studio SOAR
L’immunosoppressione basata sulla Globulina antitimocitaria ( ATG ) è standard nel trattamento di prima linea per le persone con anemia...
Chemioterapia ad alte dosi e trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche nei pazienti anziani e in buone condizioni con linfoma primario diffuso del sistema nervoso centrale a grandi cellule B: studio MARTA
I trattamenti disponibili per i pazienti più anziani affetti da linfoma diffuso primario del sistema nervoso centrale a grandi cellule...
Radioterapia dell’intero cervello da sola versus preceduta da Bevacizumab, Etoposide e Cisplatino per metastasi cerebrali non-trattate da cancro al seno
L'incidenza delle metastasi cerebrali è in aumento nei pazienti con tumore mammario metastatico. Sono urgentemente necessari trattamenti per estendere il...
Radioterapia cerebrale con Pirotinib e Capecitabina nelle pazienti con tumore alla mammella avanzato ERBB2-positivo e metastasi cerebrali
Il potenziale beneficio della combinazione di una terapia sistemica intracranica efficace con la radioterapia per le pazienti con tumore al...
Sopravvivenza libera da progressione radiografica e sopravvivenza libera da progressione clinica come potenziali surrogati della sopravvivenza globale negli uomini con tumore alla prostata metastatico sensibile agli ormoni
Nonostante il notevole aumento della longevità degli uomini affetti da tumore alla prostata metastatico sensibile agli ormoni ( mHSPC ),...
Prediabete e rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica tra gli adulti sopravvissuti a tumore infantile nella coorte St Jude Lifetime
Poco si sa circa la prevalenza del prediabete e il rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica (...