Aborto


La legge definisce aborto l’interruzione della gravidanza entro il 180° giorno di amenorrea; può essere spontaneo o provocato.
Clinicamente viene a sua volta suddiviso in completo, incompleto , interno o ritenuto.
In base all’epoca in cui si verifica l’espulsione si distingue, un aborto embrionale ( entro la settima settimana dal concepimento ) o fetale ( a partire dalla ottava settimana dal concepimento ).
Nell’aborto fetale si osservano fenomeni assimilabili a quelli che si manifestano in occasione del parto: si hanno contrazioni uterine che dilatano il collo dell’utero, quindi la rottura del sacco ovulare con successiva espulsione del feto, a volte ancora vivo.

Aborto spontaneo

E’ la patologia più frequente della gravidanza, più dell’80% degli aborti si verifica nel I trimestre con una rapida diminuzione della frequenza nelle settimane successive.
Le cause di aborto sono molteplici e queste vengono raggruppate in tre cause principali: cause materne, cause ovulari, cause paterne.
Le cause materne possono essere malformazioni uterine, fibromiomi, sinechie, malattie infettive, malattie cardiovascolari e rigetto immunologico.
Le cause ovulari sembrano siano legate ad alterazioni cromosomiche.
Le cause paterne sono dovute ad anomalie genetiche degli spermatozoi.

Sintomi e diagnosi

Dolori lombosacrali pelvici, perdite ematiche.
Fino al 20% delle gravide possono avere sanguinamenti entro le prime 12 settimane senza avere abortito. A seconda del quadro clinico possiamo distinguere:
Minaccia d’aborto - Scarse perdite ematiche e dolore intermittente;
Aborto in atto inevitabile - Notevoli perdite ematiche rosso vivo con presenza di coaguli e dolore intenso;
Aborto interno - Riduzione del turgore mammario, scomparsa dei movimenti fetali, battito fetale non più percepibile, l’ecografia ne permette una diagnosi immediata;
Aborto settico - Febbre, brividi, perdite ematiche maleodoranti, dolori pelvici e addominali, nei casi complicati peritonite, setticemia, shock settico.

Terapia

Minaccia d’aborto: riposo a letto;
Aborto in atto: revisione strumentale della cavità uterina con asportazione dei residui ovulari;
Aborto interno: accertata la morte dell’embrione è necessario lo svuotamento della cavità. In caso di aborto prima della 12 settimana si svuota con isterosuttore, successivamente si induce l’espulsione con le prostaglandine.

Aborto provocato

Dal 1978 la legge 194 regola soltanto l’interruzione di gravidanza, entro i primi 90 giorni di gravidanza. L’interruzione può essere praticata dopo i 90 giorni solo con gravidanza a rischio per la vita della madre, o quando siano accertate malformazioni del nascituro che determinano un grave pericolo per la salute psicofisica della donna.
Il personale sanitario non è tenuto a prendere parte alle procedure di aborto se solleva obiezione di coscienza al direttore generale dell’ASL e al direttore sanitario.
La tecnica con cui si provoca l’aborto sono quelle menzionate nel trattamento dell’aborto interno.( Xagena2010 )



Gyne2010



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