Effetto di tre decadi di screening mammografico sull’incidenza del cancro alla mammella


Per ridurre la mortalità uno screening deve identificare malattie rischiose per la vita a uno stadio precoce e più curabile.
Programmi efficaci di screening oncologico aumentano l’incidenza di tumori individuati in fase precoce e diminuiscono l’incidenza di tumori in stadio avanzato.

I dati Surveillance, Epidemiology, and End Results ( SEER ) sono stati utilizzati per esaminare le tendenze dal 1976 al 2008 nell’incidenza di tumore mammario in fase iniziale ( carcinoma duttale in situ e malattia localizzata ) e carcinoma mammario in stadio avanzato ( malattia regionale e distante ) in donne di età uguale o superiore a 40 anni.

L’introduzione dello screening mammografico negli Stati Uniti è stato associato a un raddoppio del numero di casi di tumore alla mammella in stadio iniziale identificati ogni anno, da 112 a 234 casi per 100.000 donne ( aumento assoluto di 122 casi per 100.000 donne ).

Contemporaneamente, il tasso di presentazione di cancro al seno in fase avanzata è diminuito del 8%, da 102 a 94 casi per 100.000 donne ( diminuzione assoluta di 8 casi per 100.000 donne ).

Assumendo un costante peso della malattia, è atteso che solo 8 dei 122 nuovi tumori mammari in fase iniziale diagnosticati progrediscano a malattia in fase avanzata.

Dopo aver escluso l’incidenza in eccesso transitoria associata a terapia di sostituzione ormonale e dopo aggiustamento per le tendenze nella incidenza di carcinoma mammario in donne di età inferiore ai 40 anni di età, è stato stimato che il carcinoma mammario è stato iperdiagnosticato ( cioè, allo screening sono stati identificati tumori che non avrebbero mai portato a sintomi clinici ) in 1.3 milioni di donne statunitensi negli ultimi 30 anni.

È stato stimato che nel 2008, il carcinoma mammario sia stato iperdiagnosticato in oltre 70 000 donne; che rappresentano il 31% di tutti i tumori mammari diagnosticati.

In conclusione, nonostante aumenti sostanziali nel numero di casi di tumori mammari in stadio iniziale individuati, lo screening mammografico ha ridotto solo marginalmente il tasso di presentazione delle donne con carcinoma avanzato.

Benché non sia certo quali donne siano state interessate, lo sbilanciamento suggerisce che ci sia una iperdiagnosi sostanziale, che rappresenta circa un terzo di tutte le nuove diagnosi di carcinoma mammario, e che lo screening stia ottenendo, al massimo, solo un piccolo effetto sul tasso di decesso per carcinoma mammario. ( Xagena2012 )

Bleyer A and Welch HG, N Engl J Med 2012; 367: 1998-2005


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