Morfina a basso dosaggio versus oppioidi deboli nel dolore moderato da cancro
Le linee guida WHO ( Organizzazione Mondiale della Sanità ) sulla gestione del dolore oncologico raccomandano una scala analgesica sequenziale in tre fasi.
Tuttavia, c’è carenza di dati conclusivi sul fatto che il dolore moderato debba essere trattato con oppioidi deboli in fase II o oppioidi forti a basso dosaggio in fase III.
In uno studio multicentrico, di 28 giorni, in aperto, randomizzato e controllato, gli adulti con dolore oncologico moderato sono stati assegnati a ricevere o un oppioide debole o Morfina a basse dosi.
L'esito primario era il numero di pazienti responder, definiti come pazienti con una riduzione del 20% dell'intensità del dolore alla scala di valutazione numerica.
In totale sono stati inclusi nello studio 240 pazienti con cancro ( 118 nel gruppo Morfina a basse dosi e 122 nel gruppo oppioide debole ).
L'esito primario si è verificato nell’88.2% dei pazienti nel gruppo Morfina a basse dosi e nel 57.7% dei pazienti nel gruppo oppioide debole ( odds risk, OR=6.18; P minore di 0.001 ).
La percentuale di pazienti responder è risultata maggiore nel gruppo con Morfina a basso dosaggio, già a 1 settimana.
La riduzione del dolore rispetto al basale clinicamente significativa ( 30% o più ) e altamente significativa ( 50% o più ) è risultata significativamente più alta nel gruppo a basso dosaggio di Morfina ( P minore di 0.001 ).
Un cambiamento di trattamento assegnato si è verificato più frequentemente nel gruppo con oppioide debole, a causa di inadeguata analgesia.
La condizione generale dei pazienti, basata sul punteggio dei sintomi complessivo ESAS ( Edmonton Symptom Assessment System ), è risultata migliore nel gruppo Morfina.
Gli effetti avversi erano simili in entrambi i gruppi.
In conclusione, nei pazienti con cancro e dolore moderato, basse dosi di Morfina hanno ridotto l’intensità del dolore in modo significativo rispetto agli oppioidi deboli, con una altrettanto buona tollerabilità e un più rapido effetto. ( Xagena2016 )
Bandieri E et al, J Clin Oncol 2016; 34: 436-442
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