Effetto dell’integrazione di Acidi grassi Omega-3 marini a lungo termine sul rischio di fibrillazione atriale in studi di esiti cardiovascolari


Alcuni, ma non tutti, gli studi randomizzati controllati su larga scala che studiano gli effetti dell'integrazione di Acidi grassi Omega-3 marini sugli esiti cardiovascolari hanno riportato un aumento dei rischi di fibrillazione atriale.
Le potenziali ragioni per risultati diversi possono essere dose-correlate.

Sono stati cercati studi sugli esiti cardiovascolari degli Acidi grassi Omega-3 marini che avevano riportato i risultati per fibrillazione atriale come esito prespecificato, evento avverso o causa di ricovero, con una dimensione minima del campione di 500 pazienti e un follow-up mediano di almeno 1 anno.

Non sono stati inclusi studi randomizzati che hanno esaminato specificamente gli effetti a breve termine degli Acidi grassi Omega-3 sulla fibrillazione atriale ricorrente in pazienti con fibrillazione atriale accertata o postoperatoria.
L'hazard ratio ( HR ) per gli esiti di fibrillazione atriale riportati in ciascun studio è stato meta-analizzato utilizzando un modello a effetti casuali con aggiustamento di Knapp-Hartung ed è stata valutata una relazione dose-risposta con un modello di meta-regressione.

Sono stati inclusi nella meta-analisi 7 studi. Di questi, 5 erano già stati rilevati in una precedente meta-analisi di studi cardiovascolari.
Tra gli 81.210 pazienti provenienti da 7 studi, 58.939 ( 72.6% ) erano stati arruolati in studi che avevano testato 1g/die o meno di Acidi grassi Omega-3 e 22.271 ( 27.4% ) erano stati arruolati in studi che avevano testato più di 1 g/die di Acidi grassi Omega-3.
L'età media era di 65 anni e 31.842 ( 39% ) erano donne.

Il follow-up medio ponderato è stato di 4.9 anni.

Nella meta-analisi, l'uso di integratori di Acidi grassi Omega-3 di origien marina è stato associato a un aumentato rischio di fibrillazione atriale ( n=2.905; HR=1.25; P=0.013 ).

Nelle analisi stratificate per dose, l'hazard ratio è risultato maggiore negli studi che hanno testato più di 1 g/die ( HR=1.49; P=0.042 ) rispetto a quelli che hanno testato 1 g/die o meno ( HR=1.12; P=0.024; P per interazione inferiore a 0.001 ).

Nella meta-regressione, l'hazard ratio per fibrillazione atriale è aumentato per 1 g di dosaggio più alto del dosaggio di Acidi grassi Omega-3 ( HR=1.11; P=0.001 ).

Negli studi randomizzati che hanno esaminato gli esiti cardiovascolari, l'integrazione di Omega-3 marini è risultata associata a un aumentato rischio di fibrillazione atriale.
Il rischio è sembrato essere maggiore negli studi che hanno testato più di 1 g/die. ( Xagena2021 )

Gencer B et al, Circulation 2021; 144: 1981-1990

Cardio2021 Nutra2021 Med2021 Farma2021



Indietro

Altri articoli

La gotta, una comune artropatia da cristalli, è associata a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Si è cercato...


Poco si sa circa la prevalenza del prediabete e il rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica (...


L'insufficienza molecolare nella leucemia mieloide acuta ( AML ) con mutazione NPM1 progredisce inevitabilmente fino a una recidiva franca se...


I bifosfonati sono abitualmente utilizzati per trattare l’osteoporosi nei pazienti affetti da distrofia muscolare di Duchenne ( DMD ), una...


La colangite biliare primitiva è una rara malattia epatica colestatica cronica caratterizzata dalla distruzione dei dotti biliari interlobulari, che porta...


I trattamenti efficaci per i pazienti con colangite biliare primitiva sono limitati. Seladelpar, un agonista del recettore attivato dal proliferatore...


Numerosi studi randomizzati hanno dimostrato l’efficacia e la sicurezza della trombectomia endovascolare nei pazienti con ictus ischemico di grandi dimensioni....


Sebbene il colesterolo da lipoproteine ​​a bassa densità ( colesterolo LDL ) rimanga il target primario del colesterolo nella pratica...


L'aldosteronismo primario, caratterizzato da un'evidente produzione di aldosterone renina-indipendente, è una forma comune ma sottoriconosciuta di ipertensione e malattia cardiovascolare. Evidenze...


Tra i pazienti trattati con terapia con statine ai livelli di colesterolo raccomandati dalle lineeguida, il rischio infiammatorio residuo valutato...